In Italia si sa, ci crediamo sempre molto furbi, e ogni moda, ogni nuova tendenza è un motivo valido per costruirci intorno qualunque cosa, anche se fatta male, purché sia in linea con l’ultimo grido. E se l’ultimo grido è il fenomeno Facebook, il social network più diffuso al mondo (con 8 milioni di utenti soltanto in Italia), come non pensare di arrangiarci su un film per sfruttare al massimo l’ondata e richiamare al cinema più utenti/spettatori possibili? Ma non sempre 2+2 fa 4, perché gli otto episodi di questa commedia non sono altro che un’accozzaglia di personaggi improbabili, che mostrano le pratiche meno diffuse del social network e poco hanno a fare con il fenomeno in questione. Ma facciamo un passo indietro.
Facebook si basa soprattutto sulla possibilità di ritrovarsi sul web con amici e conoscenti di cui da tempo si erano perse le tracce (compagni di scuola, ex-fidanzate, ecc), oltre ovviamente a mantenere i contatti con persone che vivono a chilometri di distanza. Quello che invece mostra questo film a episodi è un lato del tutto truffaldino di tutto ciò: c’è chi si finge un surfista australiano per rimorchiare la ragazza che gli piace, chi simula di essere un misterioso missionario a Mogadiscio per truffare una sconosciuta, chi finisce all’ospedale perché non ha più i suoi ventimila (!) amici sul profilo, e via dicendo. In quest’ottica il film cerca di estremizzare la facciata più assurda degli utenti dei social network, e l’idea si potrebbe anche accettare se il tutto non fosse trattato con una superficialità e un’approssimazione tale da voler abbandonare la sala prima dei titoli di coda (e sarebbe un errore, visto che l’episodio più carino è proprio dopo di questi).
Ad ogni modo affidare l’ingrato compito di girare questi otto episodi ad un manipolo di giovani registi è stata un’idea piuttosto apprezzabile, anche se a dirla tutta il risultato finale non è stato proprio quello desiderato: più che dare agli esordienti la possibilità di mettersi in mostra, il film sembra una missione suicida per soldati alle prime armi. Un film diretto agli utenti di Facebook che sembra scritto appositamente per non piacere agli utenti di Facebook: un vero e proprio delitto cinematografico.
pubblicato su Superga CineMagazine
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