La nuova moda di Hollywood è proporre al pubblico americano remake di film stranieri freschi freschi di cinema: dallo svedese Lasciami Entrare allo spagnolo Rec, sono molti i film europei degli ultimi anni ad avere avuto il più o meno discutibile onore di una versione americana (il prossimo dovrebbe essere lo spagnolo Cella 211). Anche Paul Haggis, già premio Oscar per Crash e per la sceneggiatura di Million Dollar Baby, si è lanciato in questa suggestiva sfida a trabocchetto: The Next Three Days è il remake di un film francese del 2007 mai distribuito in Italia, Pour Elle, di Fred Cavayé, con Diane Kruger come co-protagonista. Haggis conosce il cinema, questo si sa, e sa che quando si entra in sala conta soltanto una cosa: il cinema. Per questo il suo film, seppur piuttosto inverosimile, funziona più che bene, portando lo spettatore a tifare senza riserve per il protagonista, a cui Russell Crowe presta tutta la sua caparbietà ed esperienza.
La vita di una famiglia unita e felice viene spezzata da un’improvvisa irruzione della polizia che arresta Lara, moglie di John Brennan, un tranquillo insegnante di liceo, e madre del piccolo Luke. La donna è accusata di omicidio e condannata a vent’anni di carcere: le prove sono tutte contro di lei, John però è convinto della sua innocenza e non riesce a darsi pace per quanto successo. Passano mesi, anni, e la convinzione di John si trasforma in un piano all’apparenza folle e pericoloso: organizzare un’evasione in piena regola per fuggire lontano e riunire finalmente la famiglia. Ma per metterlo a punto servono tanti soldi e un’organizzazione perfetta.
Certamente un thriller di grande impatto (la scena dell’evasione si segue tutta d’un fiato), ma tra le righe si tratta soprattutto di una splendida storia d’amore: un marito disperato e distrutto dall’assenza della donna che ama, deciso a tutto pur di riaverla con sé. Ennesima prova di grande carattere per Russell Crowe, viso perfetto per il ruolo di John, un uomo totalmente ordinario che si ritrova catapultato (o meglio, si catapulta) in un una situazione del tutto straordinaria. Una sceneggiatura ad orologeria, dove ogni tassello si incastra perfettamente all’interno della storia: non sarà un film molto credibile, ma i suoi 130 minuti scivolano via che è un piacere e, di questi tempi, scusate se è poco.
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