Top 20 – I Miei Film della Vita

Finora vi ho sempre proposto le classifiche con i miei film preferiti dell’anno e mai nessuno che mi abbia chiesto quali fossero i miei film preferiti della vita… Certo, stilare una classifica del genere è praticamente impossibile, ma dopo un lunghissimo lavoro di taglia e cuci, di sofferenze atroci, di autoflagellazione per l’omissione di questo o quel film, ce l’ho fatta (più o meno). Come sempre è doveroso premettere alcune cose: è una classifica di cuore, dove sono presenti venti film che quando vengono nominati da qualcuno è come se stessero parlando di me. Venti film per cui mi sento chiamato in causa. Venti film che mi fanno sentire a casa. Forse dovreste essere piuttosto malati di cinema per avere un rapporto del genere con delle immagini in movimento, ma in qualche modo magari riuscirete a capire ciò che intendo. Fa male dover lasciare fuori molte pellicole che amo, ma venti film dovevano essere, e venti film sono. In rigoroso ordine di preferenza (preferenza di oggi, domani chissà…).

1. I 400 colpi (Les 400 coups, François Truffaut, 1959)
Il mio film della vita? Probabilmente sì. Va’ a capire perché, sono immensamente, follemente, totalmente innamorato di questo film. Immagino Antoine Doinel come una sorta di mio alter-ego cinematografico, tra di noi c’è una sorta di affinità spirituale. Quella lunga corsa verso il mare poi mi scioglie il cuore ogni volta che la rivedo. Ok, è il mio film della vita, senza alcun dubbio (e infatti l’ho scelto come tale all’interno del progetto Film People).

2. Io e Annie (Annie Hall, Woody Allen, 1977)
Il film perfetto. Divertente, drammatico, dolce, assurdo, malinconico, riempie il cuore per poi farti piangere con il sorriso sulle labbra. Ci sono battute e dialoghi che andrebbero scolpiti sui palazzi, per non perderli mai di vista. Woody Allen e Diane Keaton sono una delle coppie più belle che abbia mai visto in un film e mi trascino nella vita tutte le strambe conclusioni che questo film mi ha insegnato. E cioè che abbiamo tutti bisogno di uova.

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3. Il Laureato (The Graduate, Mike Nichols, 1967)
Benjamin Braddock è il mio eroe romantico per eccellenza. Come Antoine Doinel, è una sorta di ribelle, un ragazzo alla ricerca di un posto nel mondo. L’unica certezza è il suo amore per Eleine, che lo strappa via dalla noia della vita borghese, fino ad un’impossibile e impraticabile fuga d’amore. Ma è il cinema ragazzi, e tutto può succedere, soprattutto quando in sottofondo ci sono le canzoni di Simon & Garfunkel.

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4. Il segreto dei suoi occhi (El secreto de sus ojos, Juan José Campanella, 2009)
In mezzo a tutti questi cult, è un film anomalo, ve lo concedo. Per me però è stata una delle esperienze cinematografiche più incredibili della mia vita. Avete presente quando le emozioni sono talmente forti che non riuscite più a tornare alla realtà? Ho visto questo film di mattina durante una proiezione stampa e fino a metà pomeriggio non sono riuscito a spiccicare parola, avevo paura che aprendo la bocca le emozioni potessero uscire fuori e andare perse per sempre. Così non è stato, sono ancora tutte là. Amo questo film alla follia.

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5. Jules e Jim (Jules et Jim, François Truffaut, 1962)
Altro film di Truffaut, non a caso è il mio regista preferito. Jeanne Moreau è uno dei miei grandi amori cinematografici e la scena della corsa sul ponte è una delle cose più belle che abbia mai visto dentro uno schermo. Avete presente quando nei libri si fanno le orecchie per non perdere una frase che abbiamo amato? Ecco, qui andrebbero fatte le orecchie ad ogni singola linea di dialogo. Tragico e meraviglioso. Immenso.

6. Carlito’s Way (Brian De Palma, 1993)
Non so se avete presente lo sguardo di Al Pacino sotto la pioggia, quando, dopo cinque anni di prigione, osserva da un tetto Gail che danza sulle note de “Il duetto dei fiori”, riparandosi dall’acqua sotto il coperchio di una pattumiera. Ecco, quello sguardo, quella musica, quell’amore, quella malinconia, quella grazia: una vera e propria poesia in immagini. E stiamo parlando di un gangster movie con meravigliose sfumature noir. Impossibile non amarlo.

7. Il buono il brutto il cattivo (Sergio Leone, 1966)
Sono cresciuto con questo film, lo ricordo in televisione durante le vacanze di Natale che da bambino trascorrevo in Puglia con i miei genitori. Strano film da associare al Natale, a pensarci. Quella musica, il “triello” finale, la corsa verso l’oro (sì, credo di essere un amante delle corse cinematografiche). Il sigaro che “ti aiuterà a digerire”, il ponte da far saltare: forse si possono imparare più cose sul cinema guardando questo film che in cinque anni di università…

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8. 2001 Odissea nello spazio (2001 A space odyssey, Stanley Kubrick, 1968)
Kubrick è stato per tutta la mia adolescenza e ben oltre il mio regista preferito. “2001” è il film che più mi sconvolge per la sua perfezione, ma è qui a rappresentare anche “Shining”, “Orizzonti di Gloria”, “Il Dottor Stranamore”, “Barry Lyndon”, “Full Metal Jacket”, “Arancia Meccanica”, “Eyes Wide Shut”. Insomma, Stanley Kubrick meriterebbe una classifica a parte.

9. Guerre Stellari (Star Wars, George Lucas, 1977)
Ancora stelle, ancora lo spazio, ma tutt’altra fantascienza. Anche qui “Guerre Stellari” rappresenta tutta la vecchia trilogia, quindi in questa posizione si dovrebbe tener conto anche de “L’impero colpisce ancora” e de “Il ritorno dello Jedi”. Tra i miei dieci film della vita perché è quello che da bambino mi ha fatto innamorare del cinema.  E perché ancora oggi, in fondo in fondo, desidero sempre essere un cavaliere Jedi: ho più di trent’anni e quando si aprono le porte della metropolitana fingo di usare la Forza. Sono problemi.

10. I Goonies (The Goonies, Richard Donner, 1985)
A metà classifica, in chiusura della Top 10, il film della mia infanzia per eccellenza, qui in rappresentanza di tutte quelle pellicole anni 80 per cui ci sarebbe bisogno di un’altra classifica a parte (fa dunque le veci di “Ritorno al futuro”, “Ghostbusters”, “La storia infinita”, “Grosso guaio a Chinatown” e molti altri…). Un film che mi fa ridere e mi trasmette voglia di vivere una grande avventura, ancora oggi, a trent’anni suonati. Un pezzo della mia vita e probabilmente uno dei film che ho visto più volte nella mia esistenza.

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11. Rocky (John G. Avildsen, 1976)
Altro capolavoro. Riscatto, resurrezione personale, voglia di dimostrare a se stesso prima che al mondo di non essere soltanto un “bullo di periferia”. Un piccolo miracolo cinematografico, girato con un budget basso, che dopo quarant’anni ancora emoziona il mondo. La vittoria di Rocky è in quel “ti amo” conclusivo che Adriana gli urla per la prima volta, appena salita sul ring, nella confusione e nell’euforia generale. E chi ha bisogno di altro? Da lacrime e da applausi.

12. Braveheart (Mel Gibson, 1995)
Nel 1996 avevo 15 anni ancora da compiere e a parte i miei cult personali, non ero un grande appassionato di cinema. Un bel giorno su TelePiù (che avevo in casa esclusivamente per vedere le partite di calcio) mi metto a guardare “Braveheart”, perché non avevo di meglio da fare, probabilmente. Tre ore dopo ero in lacrime, con il cuore che stava saltando fuori dal petto e decisi che non avrei mai più smesso di vedere film. Come vedete, ho mantenuto la promessa.

13. Febbre a 90° (Fever Pitch, David Evans, 1997)
Ricordo perfettamente quando vidi per la prima volta il trailer di questo film. Ai tempi ero un malato di calcio, soprattutto di calcio inglese (oggi mi sono dato una bella calmata, seguo solo il calcio italiano e ormai vedo “soltanto” le partite della mia squadra…): finalmente avevo trovato il film che riusciva a capirmi, che non mi faceva sentire in colpa se amavo così tanto la Roma. Colin Firth divenne per me come un padre spirituale e, dopo aver letto il libro, Nick Hornby diventò il mio miglior amico “immaginario”. In una classifica con i miei film della vita, “Febbre a 90°” non mancherà mai.

14. Gli Intoccabili (The Untouchables, Brian De Palma, 1987)
È stato il mio film preferito in assoluto per un buon lustro, prima di essere scalzato da Truffaut. Ora, con il passare degli anni, prediligo un tipo di cinema differente, motivo per cui è sceso così in basso in questa Top 20. Ad ogni modo amo questo film, per cui ogni volta che mi ritrovo a guardarlo comincio a fare un tifo da stadio per Eliot Ness e i suoi amici. Cast spaventoso, una regia immensa, la colonna sonora di Morricone da brividi. La scena dell’ascensore poi, per non parlare di quella della scalinata… Che film.

15. Prima dell’alba (Before Sunrise, Richard Linklater, 1995)
Se c’è un piccolo sognatore dentro qualcuno di noi, quello scomodo individuo romantico che si muove sotto la nostra pelle amerà questo film fino alle lacrime.  Ci farà commuovere perché forse ci ricorderà vagamente quella notte che abbiamo vissuto anche noi in questo o quel viaggio, o forse ci commuove perché noi un’esperienza così non la vivremo mai. Ci commuove perché ci ricorda quando eravamo un po’ più giovani, ingenui e forse avventurosi, e ci commuove perché sembra così surreale e al tempo stesso vero. Perché Jesse e Celine non sembrano personaggi, ma persone. E io li amo per questo.

16. The Tree of Life (Terrence Malick, 2011)
Pietra miliare del cinema di questo nuovo millennio, quello di Malick è un film che cresce dentro di noi lentamente, negli anni, e ancora oggi avvertiamo la meraviglia che ci accarezza la pelle. Come una farfalla che si posa sulla mano, come una goccia di pioggia che si riversa nel mare, come il sorriso di chi ti vuole bene: il film di Malick non è qualcosa che si racconta, è qualcosa che si vive. E tra tutte le funzioni che si possono associare al Cinema, questa è assolutamente quella di cui sento fortemente bisogno. Vivere, amare, ridere. Meravigliarsi.

17. Sideways (Alexander Payne, 2004)
Alexander Payne, tra quelli in attività, è forse il mio regista preferito. Ogni volta che mi torna in mente questo film, ricordo soprattutto l’esperienza cinematografica più divertente della mia vita, quando tutto al cinema è perfetto, quando ridi fino a star male per scene forse meno esilaranti di quello che sono in realtà, perché poi le risate passano e il giorno dopo senti su di te tutta la malinconia dello straordinario Miles di Paul Giamatti. Perché per cinque anni il mio blog personale, il mio primo blog, ha avuto il nome di questo film. E perché ogni dannata volta che apri una bottiglia di vino, pensi a quei due amici in viaggio tra i vigneti della California. Cult.

18. Midnight in Paris (Woody Allen, 2011)
Non storcete il naso. Non preferisco questo film a, non so, “Manhattan”, per esempio, ma se devo fare una classifica dei film della vita, ho molti più motivi per inserire questo piuttosto che quel capolavoro del 1979. Dovete sapere che l’anno prima che uscisse questo film per un breve periodo ho vissuto a Parigi: camminavo di sera per le strade in cerca di ispirazione, di risposte sulla mia vita; scrivevo, ero un po’ innamorato, vivevo la città sulla pelle. Poi a maggio dell’anno seguente il film esce in Francia e alcuni amici francesi mi mandano messaggi che si possono riassumere nella frase: “Woody Allen ha scritto un film su di te”. Anche quando è uscito in Italia molti amici mi scrivevano per dirmi che dopo aver visto questo film hanno pensato tanto a me. C’è una scena sulle scale di Montmartre in cui Owen Wilson parla con Marion Cotillard della bellezza di Parigi: io avevo detto le stesse parole, nello stesso luogo, un anno prima. Ora forse potete capire perché è in questa classifica.

Massari & Sordi

19. Una vita difficile (Dino Risi, 1961)
Tra i miei film della vita non poteva mancare un vero film italiano. Intono ai 18 anni ho amato follemente il cinema neorealista, ma ora, a distanza di anni, il film italiano che sento ancora dentro, che sento totalmente mio, è questo capolavoro di Risi con probabilmente il miglior Alberto Sordi di sempre. La storia italiana vista con gli occhi di un uomo che non si è mai piegato, che non ha mai abbassato la testa, che la vita l’ha subita, ma che può essere fiero di se stesso. Un film che dovrebbero insegnare nelle scuole. Quella scena sul lungomare di Viareggio è uno dei fotogrammi del film della mia vita. Si ride e si piange. Stupendo.

20. Alta Fedeltà (High Fidelity, Stephen Frears, 2000)
In una classifica sui venti film della propria vita il ventesimo posto è molto più difficile del primo. Chi far entrare all’ultimo momento? Chi lasciare fuori? Qui poteva esserci “Casablanca”, “Luci della città”, “Walk the Line”, “Il buio oltre la siepe”, addirittura “L’appartamento spagnolo”, o ancora “I love Radio Rock”, “Lo chiamavano Trinità”, “Love Actually” o, tra i più recenti, “Frances Ha”. Ha prevalso il cuore: “Alta Fedeltà” è il film tratto dal mio libro preferito in assoluto (che ho letto cinque volte) e l’ho visto talmente tante volte che potrei abbassare il volume e rifare il doppiaggio. Rob Gordon è un altro mio indimenticabile alter-ego cinematografico. E poi c’è un cameo di Bruce Springsteen!


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Comments

9 risposte a “Top 20 – I Miei Film della Vita”

  1. Avatar Pendolante

    I Gonnies l’ho fatto vedere da poco a mia figlia di 7 anni e mezzo…Già aveva visto La storia infinita,poi si ppasserà a ET… giusto per non farle perdere il passato

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    1. Avatar Lessio

      Che meraviglia!

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  2. Avatar Ivan

    Grande classifica!

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  3. Avatar Giampaolo

    Bella lista! me ne mancano mi pare 6….
    comunque una curiosità: Nove regine del 2000 con Ricardo Darin l’hai visto?
    Ciao!

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    1. Avatar Lessio

      Molto bello, certo! Ce l’ho in dvd!

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  4. Avatar Livecity_Magazine
    Livecity_Magazine

    Bella cosa hai fatto. Impegnativa!

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  5. Avatar Livecity_Magazine
    Livecity_Magazine

    e condivido tante parole e tanti film. Certo fare una classifica per me è impossibile. Ad esempio ora mi ha colpito Silence, l’anno scorso Renevant…. ci son continuamente film bellissimi ringraziando Dio.

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  6. Avatar CineTruman
    CineTruman

    Che bella classifica! Ho coperto oggi il tuo blog e ne approfitto per farti i complimenti!

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    1. Avatar AlessioT

      Grazie e benvenuto/a! 🙂

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