Capitolo 309

Febbraio è già arrivato e i cinema sono ancora chiusi. Lo scorso anno di questi tempi organizzavamo una bella macchinata con gli amici e le amiche per andare a vedere sul grande schermo “Memories of Murder” di Bong Joon-ho, finalmente uscito nei cinema italiani. Sembra esser passata una vita e invece era soltanto un anno fa. Oggi mi sono alzato con la nostalgia a pacchi, in compenso in questo capitolo ho recuperato un bellissimo film coreano, oltre ad aver curiosamente visto tre film che si svolgono praticamente tutti nell’arco temporale di una notte.

Victoria (2015): Quando mi sono accorto che su Prime Video avevano inserito nel catalogo questo strepitoso film tedesco, non ci ho pensato due volte a rivederlo. Lo avevo visto al cinema qualche anno fa e ne conservavo un ricordo splendido, rafforzato ancor di più dopo questa seconda visione. A Berlino una ragazza spagnola incontra fuori da un locale un gruppo di ragazzi e tra una cosa e l’altra ci fa amicizia. Quella che doveva essere una normale notte berlinese si trasforma in qualcosa di enorme, tra rapine, polizia e molto altro. Il film si svolge tutto durante la stessa notte ed è stato girato completamente in piano sequenza, un miracolo registico firmato da Sebastian Schipper che vi terrà appiccicati allo schermo per la sua spontaneità e il clamoroso precipitare degli eventi.

The Chaser (2008): Altro film ambientato quasi completamente durante la stessa notte. Un ex poliziotto, diventato magnaccia, nota che molte delle sue donne sono scomparse nel nulla dopo aver ricevuto la chiamata da uno stesso numero. Teme che qualcuno le stia vendendo alla concorrenza, ma in realtà c’è di mezzo un folle assassino seriale. La Polizia (in via ufficiale) e il pappone (in via ufficiosa) seguono le loro piste per giungere alla verità. Film stupendo, spietato, con una sottile critica alla politica e al modo in cui antepone gli interessi dei suoi rappresentanti a quelli dei cittadini. Lo trovate su Prime Video ed è davvero imperdibile.

Malcolm & Marie (2021): Terzo film consecutivo che si svolge durante una sola notte. Stavo cominciando a farci il callo a tal punto da voler stilare una lista di film con questa caratteristica (tipo “I Guerrieri della Notte”, tanto per fare un altro esempio). Il film di Sam Levinson, girato durante il lockdown (ambientato tutto in una villa e con soltanto due attori), è un limpido esempio delle infinite possibilità del cinema. Ho letto molti pareri discordanti, c’è chi lo ha amato molto e chi lo ha detestato. A me è piaciuto tanto, sono due ore di potente litigio tra un uomo e una donna, che mettono in discussione la propria relazione, rinfacciandosi di tutto, senza però smettere un istante di amarsi. Il tutto illuminato da una straordinaria fotografia in bianco e nero. Su Netflix.

Tartarughe Ninja alla Riscossa (1990): Se un giorno dovessi stilare una lista dei film che ho atteso di più in vita mia, questo indimenticabile primo film sui Ninja Turtles sarebbe sicuramente sul podio. Da bambino ero un fanatico delle tartarughe mutanti: guardavo il cartone animato, leggevo il fumetto, compravo tutte le action figures, giocavo alle tartarughe con i miei compagni di classe delle elementari (io ero Leonardo) e questo è stato il primo film che ho visto al cinema per ben due volte. Lo conosco pressoché a memoria (la VHS l’ho praticamente squagliata) e devo dire che rivedendolo oggi dopo molti anni ha ancora molte scene che funzionano, soprattutto il suo mood stravagante e al tempo stesso tetro, oscuro e notturno in una New York decisamente cupa e minacciosa. Inoltre c’è Sam Rockwell in quello che forse è stato il suo primissimo ruolo. Cowabunga, che ricordi!

L’aereo più pazzo del mondo (1980): Altro film che ho amato molto nella mia infanzia, che però ho trovato invecchiato non proprio benissimo. Un ex-aviatore si imbarca su un volo dove la sua ragazza, che intende lasciarlo, lavora come hostess. I piloti si sentiranno male e toccherà a lui prendere in mano la situazione. La storia ovviamente è soltanto un pretesto per scatenare le gag del trio Zucker-Abrahams-Zucker, ciononostante, in mezzo a tanti personaggi il migliore in campo resta Leslie Nielsen (che non a caso sarà scelto come protagonista per la futura saga capolavoro de “La Pallottola Spuntata”). C’è una scena che da bambino mi faceva piangere dalle risate e ancora oggi, rivedendola, mi ha fatto piegare in due: la suora che, suonando la chitarra, stacca inavvertitamente la flebo alla bambina malata: penso che abbiano sentito le mie risate fino a Fiumicino (tanto per restare in tema).

Il verde prato dell’amore (1965): Tralasciando il pessimo titolo italiano, che come al solito fa scempio dei film della nouvelle vague (il titolo originale è un semplicissimo “Le Bonheur”, la felicità), questo film di Agnès Varda, Orso d’Argento a Berlino, sembrerebbe moderno anche per uno spettatore del 2021, figuratevi per uno del 1965, raccontando una storia di poliamore per quei tempi audacissima, ancor prima che il poliamore fosse un termine vero e proprio (si usa per definire la presenza di più relazioni amorose contemporanee, nel pieno consenso delle persone coinvolte). In realtà il finale sembra però voler condannare la felicità raggiunta dal protagonista. Lo stile, soprattutto nel montaggio e nella composizione cromatica, rendono questo piccolo film l’ennesimo esempio di quanto fosse affascinante quel periodo d’oro del cinema francese. Un film del genere, in Italia, sarebbe innovativo anche tra vent’anni.

La donna della domenica (1975): Gli anni 70 sono stati probabilmente il periodo migliore per il cinema giallo italiano, con tanti film che, seppur molto diversi tra loro, sono riusciti a lasciare il segno. Stavolta a cimentarsi con il genere è Luigi Comencini, in un film che certamente non è tra i suoi più celebri, ma che comunque vanta un memorabile trio di interpreti: Marcello Mastroianni, Jean-Louis Trintignant e una Jacqueline Bisset mai così bella. Un commissario di polizia deve indagare tra gli esponenti della Torino bene, più o meno tutti sospettati dell’omicidio di un volgare e poco amabile architetto. Il questore (Giuseppe Anatrelli, il mitico Calboni dei primi tre Fantozzi) vorrebbe invece insabbiare la vicenda per non gettare scandalo sui personaggi più noti della città. Mastroianni da buon investigatore rimbalza da un personaggio all’altro, come nella migliore tradizione letteraria, per fare luce sulla questione. Bello, con ottimi personaggi di contorno e una Torino che in quello stesso anno sarebbe diventata cinematograficamente immortale grazie ad un altro film giallo, “Profondo Rosso”. Bel film, è su Prime Video.

SERIE TV: Sfogliando il catalogo Prime Video, qualche tempo fa, mi sono imbattuto nei Visitors, la miniserie anni 80, cult assoluto della mia infanzia (quanta attesa per il lunedì sera dove su Italia1 programmavano alle 20.30 “I ragazzi della III C” e alle 21.30 proprio i “Visitors”). La prima stagione, l’unica davvero degna di nota, è quella in cui i visitatori arrivano sulla Terra in pace e amicizia ma in realtà hanno un inquietante secondo fine: prendere tutta l’acqua presente sul nostro pianeta e utilizzare i suoi abitanti come scorta di cibo. Ancora oggi la prima stagione è stupenda e soltanto ora sono riuscito ad apprezzarne e a comprenderne pienamente la grande metafora antifascista. Ricordo che da bambino, il giorno dopo aver visto la puntata del lunedì, registravo su un’audiocassetta la mia personale versione dei Visitors (un po’ tipo “Be Kind Rewind”, con solo l’audio però), rifacendo le voci, gli effetti sonori e le avventure delle scene che mi erano piaciute di più. Così come da bambino, anche oggi nel rivedere i Visitors mi sono innamorato follemente di Juliet, la scienziata leader della Resistenza. Preso dall’entusiasmo per questo ritorno al passato, ho deciso di dare una chance al reboot della serie realizzato nel 2009, V – Visitors, dove è sparito ogni riferimento al totalitarismo per diventare una semplice serie di invasione aliena. I primi episodi non sono malaccio, sono sicuramente ben curati, anche se un po’ freddi a livello di emozione e coinvolgimento, inoltre i personaggi non potrebbero essere più bidimensionali (colpa anche della protagonista Elizabeth Mitchell, che già in “Lost” aveva dato sfoggio delle sue uniche due espressioni facciali). Ora non so se continuare la seconda stagione dei “Visitors” anni 80, molto meno interessante rispetto alla prima ma sempre un bel po’ nostalgica, se continuare con il “Visitors” anni 2000 o se dedicarmi invece a tutt’altro.


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3 risposte a “Capitolo 309”

  1. Avatar The Butcher

    Anche a me manca tantissimo il cinema. Spero veramente che a marzo riaprano le sale. Comunque hai parlato di pellicole veramente interessanti e molte delle quali ambientate principalmente di notte. Comunque concordo con te quando dici che L’aereo più pazzo del mondo è invecchiato un pò male per certe cose. Per altre rimane ancora molto divertente.

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  2. Avatar Madame Verdurin

    Bella l’idea dei film tutti ambientati in una notte, mi piace molto: se farai davvero l’articolo lo leggerò molto volentieri! Anche per me un cult di vecchissima data L’aereo più pazzo del mondo, ma hai ragione quando dici che non è invecchiato bene come Una Pallottola Spuntata, resta comunque un vero spasso. Non ho mai visto Visitors ma avevo iniziato a vedere V, poi non l’ho più finito ma non ne ho sofferto molto, era piuttosto noiosetto per essere una serie su un’invasione aliena.

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    1. Avatar AlessioT

      Allora comincerò a pensare seriamente a questa lista! 🙂
      “V” sta un po’ annoiando anche me, è da qualche giorno che non vado avanti e non ne sto soffrendo, come dici anche tu. Magari a tempo perso la guarderò in sottofondo mentre faccio altro, ma non mi sembra niente di imperdibile.

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