Recensione “Elvis” (2022)

Troppo lungo, troppo veloce, tutto troppo. Il massimalismo di Baz Luhrmann tiene in ostaggio lo spettatore per 160 minuti salvo poi cercare di abbindolarlo con l’ottimo finale strappa-applausi. Un film sadico, irrefrenabile, basato sul rapporto tra un manipolatore professionista e un ragazzo ingenuo, estremizzato e allungato all’inverosimile, almeno finché entrambi non diventano stanchi o tristi,…