Recensione “Due giorni, una notte” (“Deux jours, une nuit”, 2014)

Bastano trenta secondi, forse anche meno, per entrare nel film e sentirsi già coinvolti. C’è Marion Cotillard addormentata, un cellulare che suona. Lei si sveglia, risponde e la sua mano comincia a tremare, la voce si spezza, le lacrime trattenute a stento. Trenta secondi, e già capiamo di trovarci di fronte ad un film bellissimo….