
“Noi siamo figli delle stelle, senza storia, senza età, eroi di un sogno”. Così cantava Alan Sorrenti nel 1977, e in questo ritornello è un po’ racchiusa l’essenza dei personaggi di questa apprezzabile commedia all’italiana, fatta di tragici antieroi e “sognatori sfigati”, come li ha definiti il regista Lucio Pellegrini. L’Italia dei giorni nostri e l’insoddisfazione che ahinoi la pervade è l’ambientazione di fondo sulla quale far esplodere le vicende di una banda criminale confusa e caciarona: rapitori senza arte né parte alle prese con una società che li respinge, e con una soffusa nostalgia per un passato che non appartiene più a nessuno.
Cinque persone più o meno differenti tra loro (un professore disoccupato che lavora in autogrill, un portuale del nord, un ricercatore universitario con la passione per i fornelli, una giornalista insicura ed un ex-galeotto), delusi dal loro Paese e da chi lo governa, capiscono che è il momento di passare all’azione: rapiranno un ministro e con i soldi del riscatto risarciranno la moglie di un uomo morto sul lavoro. I problemi si susseguono: la banda è composta da incapaci dal cuore d’oro, e quel che peggio, rapiscono il politico sbagliato, un sottosegretario con ideali politici veri e sinceri.
L’audace colpo della banda degli onesti: novelli soliti ignoti alle prese con un azione più grande di loro. Il film diverte, a tratti fa pensare, ma soprattutto strappa belle risate, grazie all’alchimia di un cast davvero congeniale (Favino, Pandolfi, Volo, Battiston, Sassanelli, Tirabassi…), dove Pierfrancesco Favino spicca su tutti per simpatia e bravura. Il gruppo diverte e si diverte, questo si vede, e Pellegrini è bravo nell’inserire le scene giuste per esaltare i suoi attori: il rapitore umiliato al supermercato dal vecchio proprietario e l’irresistibile ballo sulle note della canzone di Sorrenti che dà il titolo al film. I nuovi eroi italiani sono questi dunque, un gruppo di criminali costretti a toccare il fondo per farsi notare, per esistere, per continuare a sognare un futuro che non sia castrato dalla politica, dal potere. Figli delle stelle, eroi di un sogno…


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