Questa settimana ho voluto esagerare: tra proiezioni stampa, festival del cinema spagnolo e diletto personale, ho finito per vedere ben 8 film, lasciandomi ben poco spazio per tutto il resto. Ma il cinema è sempre un buon modo per stare in giro, vedere gente, sentirsi vivi, e dunque, avanti così.
Kickass (2010): Normalmente non vado a vedere film di questo genere, sono arrivato ad un’età in cui cerco sempre nei film qualche stimolo, qualche risposta, qualche riflessione che questo tipo di pellicole d’intrattenimento non riesce mai a fornire. Tuttavia il mondo circostante sembrava essere esaltato dalla particolarità di questo film e la curiosità mi ha spinto verso il cinema, anche perché non si possono vedere sempre film d’autore. O forse cominciare a vedere questi film è il risultato dei miei sforzi per sembrare più giovane, chi lo sa. Ad ogni modo è un film molto interessante, niente di memorabile, ma è piuttosto originale e ci sta una ragazzina indiavolata che è uno spasso. Piacevole.
Azuloscurocasinegro (2006): La scorsa settimana si è svolto a Roma il Festival del Cinema Spagnolo, e il fascino che eventi di questo genere esercitano su di me è qualcosa che sfiora il patetico. Fatto sta che nei ritagli di tempo mi sono fiondato al Farnese, trovando questa pellicola molto interessante, a tratti ironica, piena di spunti e di quelle cose per cui il cinema spagnolo degli ultimi anni è uno dei più belli in circolazione.
Offside (2006): Jafar Panahi è ancora in carcere, ed è bello vedere un suo vecchio film distribuito nei cinema italiani. Una storia davvero bella, fatta di divieti e sogni mondiali (la partita decisiva tra Iran e Bahrain, che ha permesso alla formazione di casa di qualificarsi per la competizione iridata in Germania), di donne che urlano ai gol e uomini che abbaiano ordini. Uno splendido spaccato sulla passione sportiva, ma soprattutto, ovviamente, sulla società iraniana, e sulle grandi differenze tra gli uomini e le donne. Bellissimo, e che bel finale.
Boris (2011): Non ho visto la serie tv, premetto subito. Però ne ho sentito parlare così bene che non avrei rinunciato mai a vedere questo film, divertente, fresco, che critica il cinema italiano con ironia e sprizzi di genialità. Forse dovrei vedere anche la serie, ma tendo sempre ad evitare i telefilm (brr, lo so, non si usa più questo termine), per evitare di sentirmi in obbligo a dover seguire ogni puntata (e perdere ore, e ore, e ore). Ci sono così tanti film da vedere, perché chiudersi su una serie? A parte questo, il film è uno spasso, ero completamente solo in sala, e ho proprio riso di gusto.
The Housemaid (2010): Un gioiello per rifarsi gli occhi. Uno dei migliori film degli ultimi tempi, oserei dire, che uscirà in sala il prossimo 29 aprile. Il cinema coreano è uno dei migliori dell’ultimo decennio, ma ho il timore che non si sia sparsa la voce. Questo è un bellissimo dramma-thriller un po’ erotico se vogliamo, con un finale strepitoso da conservare nella memoria. Da vedere.
El Hombre de al Lado (2009): Tre anni fa avevo visto al Festival di Roma un film stupendo, El Artista, che uscì velocemente in Italia l’anno seguente. Gli stessi registi, gli argentini Cohn e Duprat, sono gli autori di quest’altro grande film: quando ho letto i loro nomi sul programma del Festival del Cinema Spagnolo sono corso al Farnese per godermi questa loro nuova opera, divertente e al tempo stesso intelligente. Speriamo che venga distribuito in Italia, è un film bellissimo, originale, che noi un po’ ci sogniamo, diciamolo. Cohn e Duprat sono grandiosi, dovrei recuperare tutti i loro film a questo punto.
Habemus Papam (2011): Grande ritorno per Nanni Moretti. Il buon Nanni ha l’unico difetto di non osare troppo, quante se ne dovrebbero dire sul Vaticano, ma è ovvio che il suo intento non era questo, bensì quello di raccontare la storia di un uomo come tutti, che però non è un uomo come tutti. Sprazzi di malinconia, Cechov, ed il personaggio di Nanni Moretti che domina la sua parte di film (nell’altra invece Piccoli giganteggia). Bellissimo.
Un’Ottima Annata (2006): Ok, va bene, dite pure che è un film pieno zeppo di cliché, che è uno dei peggiori di Ridley Scott, dite quello che vi pare e piace, non mi convincerete. Lo adoro. Ha un qualcosa di assolutamente affascinante (a parte Marion Cotillard, ovviamente), sarà la Provenza, sarà il vino, sarà il sole, sarà questo casale, saranno i flashback del protagonista, sarà tutto e sarà niente. Mi piace tantissimo, in ogni suo cliché, in ogni suo bicchiere di vino francese, in ogni raggio di sole della Provenza. Russell Crowe poi è uno dei miei attori preferiti, e questo aiuta. Ogni tanto fa bene sognare una vita che mai e poi mai somiglierà alla nostra. Ma non ci lamentiamo.


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