Capitolo 387: Impressioni di Settembre

Alla fine arrivò l’autunno, sul calendario e tra le nuvole di questi giorni, con il plaid che sta spingendo contro le ante dall’armadio per farci compagnia tra i tanti film che vedremo nelle prossime settimane. Sono tornato da Parigi, come vi raccontavo nel capitolo precedente, ennesimo splendido viaggio tra strade di puro cinema: magari un giorno ne parleremo in un articolo a parte, per aggiornare quello che scrissi 14 anni fa, sempre su queste pagine. Nel frattempo è stata presentata la nuova edizione della Festa del Cinema di Roma, la diciannovesima, costituita da un programma succulento che non vedo l’ora di approfondire. Il resto è semplice: è cinema.

11 Settembre – Io C’ero (2021): In occasione del ventennale dall’attacco terroristico al World Trade Center la regista Karen Edwars ha raccolto, tramite la sempre affascinante tecnica del found footage, moltissimi video amatoriali che i newyorkesi, di residenza o di passaggio, girarono l’11 settembre 2001. Emoziona vedere le reazioni di persone comuni davanti all’arrivo del primo aereo e il fatto di sapere cosa succederà dopo, al contrario di chi ai tempi stava vivendo tutto in diretta, crea una notevole suspense. La grande pecca, non del documentario, ma della versione italiana, è aver incredibilmente doppiato un film di questo tipo, sostituendo la reazione genuina, l’angoscia, la paura, la vera voce dei protagonisti di quei momenti con quella dei doppiatori, costretti a fingere quelle stesse emozioni: una scelta vergognosa. Al di là delle solite idiozie di casa nostra, il documentario è molto valido e mette i brividi.
•••½

Anora (2024): Purtroppo ancora non sono autorizzato a scriverne, ma vi do appuntamento al 24 ottobre per l’uscita della recensione, giorno in cui vedremo il film di Sean Baker alla Festa del Cinema di Roma. Segnatevi la data (oppure iscrivetevi alla newsletter, in modo da ricevere gli articoli di Una Vita da Cinefilo direttamente sulla vostra email!).

The Departed (2006): Di ritorno da Parigi, sconsolato per la fine di un viaggio bellissimo, accendo la tv per disperazione e trovo, appena cominciato, questo splendido film di Martin Scorsese, che pur conoscendo a memoria, non vedevo da qualche anno. A Boston il boss della mala, Jack Nicholson, fa il bello e il cattivo tempo. Per cercare di incastrarlo, la polizia riesce a infiltrare Leonardo DiCaprio nella banda, senza sapere però che anche i malviventi hanno un loro uomo nel dipartimento. Grande cast, grande intrattenimento, grande colonna sonora, bello vedere come Scorsese sia riuscito ad adattare un grande film di Hong Kong immergendolo nell’atmosfera di Boston e, in generale, nella cultura occidentale. Grandissimo poliziesco, vincitore di 4 premi Oscar (tra cui miglior film e miglior regia).
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Beetlejuice (1988): Con tutte le migliori intenzioni di andare al cinema l’indomani per vedere il sequel (cosa non accaduta a causa dell’esonero di De Rossi, ma questa è un’altra faccenda), decido di rivedere, dopo tanti anni, questa spassosa commedia nera di Tim Burton, con una coppia di fantasmi che vorrebbe cacciare i nuovi abitanti, vivi, della loro vecchia casa. Per farlo si rivolgono a un “bioesorcista”, Michael Keaton, mattatore totale di ogni scena in cui lo vediamo all’opera (in realtà meno di quante ne avrei volute vedere: avrebbe meritato più spazio). Bizzarro all’inverosimile, Burton anticipa molti temi cari al suo cinema, tra cui la comica allegria del mondo dei morti, in contrasto con il grigiore del mondo reale. A distanza di 36 anni, la scena della cena con la Banana Boat Song di Belafonte fa ancora ridere da morire.
•••½

Le Tre Scimmie (2008): Premiato per la miglior regia a Cannes, dove ormai è diventato un habitué, Nuri Bilge Ceylan ha il dono di non girare mai film banali. Una sera, un potente uomo politico investe accidentalmente un pedone e paga il suo autista per prendersi la colpa, altrimenti la sua carriera politica sarebbe distrutta. L’autista accetta, consapevole che sua moglie e suo figlio riceveranno molto denaro grazie al suo sacrificio, ma gli equilibri all’interno della famiglia cambieranno e, nel momento di uscire dal carcere, gli piomberanno addosso come macigni. Acuta riflessione sul potere del denaro, quello di Ceylan è un dramma famigliare intenso e potente (anche se dominato da ritmi forse eccessivamente compassati). Splendida la fotografia, ricorda molto il cinema di Kieslowski (che senza saperlo ancora avrei ritrovato la settimana successiva).
•••½

Decalogo (1989): Opera immensa realizzata da Krzysztof Kieslowski per la tv polacca, poi approdata sugli schermi di tutto il mondo, proprio grazie al suo straordinario valore artistico e all’intenso sguardo cinematografico. Si tratta di dieci mediometraggi (ognuno lungo quasi un’ora) ispirati ai dieci comandamenti, oltre ad essere una saga osservata con fascino, curiosità e timore da ogni studente del DAMS che si rispetti. In realtà, i dieci film, tutti slegati e perfettamente indipendenti, sono uno più bello dell’altro: le vicende si svolgono tutte nei dintorni di un complesso di edifici di un quartiere residenziale di Varsavia, che ospita più o meno tutti i personaggi principali delle varie storie (che spesso incrociamo, nel ruolo di comparse, anche in altri episodi). Vita quotidiana, drammi famigliari, amori, tradimenti, desideri, speranze: c’è di tutto nelle dieci meravigliose perle che compongono uno dei più grandi gioielli del cinema europeo. Lo trovate su Prime Video e, se amate il cinema d’autore, non potete proprio farne a meno.
••••½


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