Ecco qui la vera sorpresa del Festival del Cinema di Roma: uno splendido film d’animazione girato interamente in stop motion, dove i personaggi sono dipinti e caratterizzati talmente bene che è fin troppo facile affezionarsi ad essi, alle loro incertezze e alle loro passioni. 78 minuti di bellezza per gli occhi e per il cuore, una pellicola delicata e leggera come la piuma di un angelo che scende dal cielo, capace di beatificare e di far sorridere l’anima di chi la guarda.
All’interno di un edificio si intrecciano le vite e i pensieri dei suoi inquilini. Il giovane e disoccupato Dave Peck cerca di scoprire il senso della vita attraverso un libro che ha comprato a 9 dollari e 99 centesimi: ha una gran voglia di comunicare a tutti ciò che ha appreso, ma il padre è troppo deluso dai fallimenti lavorativi di suo figlio, mentre il fratello è avvolto dalla passione per una modella appena giunta nel palazzo. Negli altri appartamenti: un anziano che nessuno vuole ascoltare fa amicizia con un angelo burbero (un barbone suicida che non ha avuto neanche il tempo di passare dal Paradiso poiché rimandato immediatamente sulla Terra), un ragazzo disperato che sfoga nell’alcool le sue sofferenze d’amore, un bambino che raccoglie all’interno di un maialino-salvadanaio i soldi necessari per compare il giocattolo-calciatore, finendo però con l’affezionarsi al maialino.
Un film delicato come pochi, una commedia sulla vita e sul destino, una pellicola che brilla di luce propria, come il sole che illumina le giornate dei vari personaggi dell’edificio. Intenso e leggero, a tratti candido e ingenuo, a tratti dolce e romantico, in un contesto irreale ma credibile dove gli angeli non sanno volare, i salvadanai sorridono anche quando non ricevono monete e la felicità può manifestarsi addirittura nel saper nuotare come un delfino.