Capitolo 43

MAGGIO 2008: dal 5 all’11.

Film visti per la prima volta: Saw IV, Iron Man, Speed Racer, Divorzio all’italiana

Film rivisti: 50 volte il primo bacio

Che settimana, amici miei, che settimana. Sarebbe stato più adatto dire “che domenica, amici miei, che domenica”, ma il punto della questione è che il vostro cinefilo ha rischiato seriamente di venire a mancare nel bel mezzo (ma anche e soprattutto nel finale) della penultima giornata del campionato di calcio, a causa di vari attacchi di cuore. So che non è di questo che volete sentir parlare, ma il problema è che in questo momento non riesco a pensare al cinema; so benissimo che non succederà, ma se solo succede vi prometto che non permetterò a nessun evento straordinario (di quelli che succedono raramente nella vita e per i quali hai voglia di festeggiare per mesi con amici, alcol e voglia di urlare la gioia ad ogni individuo presente nel raggio di 8000 km) di togliermi la voglia di parlare di cinema.

Dunque, proviamo ora a indossare il vestito dell’appassionato di cinema, e cerchiamo di svolgere quel lavoro per il quale sono profumatamente pagato ah-ah (“ah-ah” sta lì a significare che sto scherzando, ovviamente): questa settimana è stata abbastanza completa da ogni punto di vista, ci sono stati i soliti film in sala, poi film a casa e addirittura un film alla tv, cosa che non succedeva da tempi immemori; poi c’è stata una squadra già salva che ha fermato sul 2-2 quella che doveva vincere il titolo (ops! Ci sono cascato di nuovo, chiedo scusa).

La settimana in sala è stata abbastanza… come dire, commerciale: tre film confezionati per un pubblico di massa, non di certo roba d’autore. Il primo della lista è Saw IV (2007) di Darren Lynn Bousman: penso che un film per arrivare al quarto episodio debba presentare sempre qualcosa di importante, ha bisogno di essere Storia, con la S maiuscola, vedi Rocky, Star Wars, Indiana Jones: Storia. Saw non è storia, a parte il primo film, ottimo, il resto è solo la ripetizione di quanto già visto, ma si può dire tutto, tranne che Saw sia Storia: per questo parlare del quarto episodio mi annoia, perché è qualcosa di cui non se ne sentiva assolutamente il bisogno. Passiamo quindi ad altro.

A dire la verità non avevo alcuna voglia di andare a vedere Iron Man (2008) di Jon Favreau, ma una lunga serie di critiche positive lette ed ascoltate praticamente ovunque ha creato in me parecchia curiosità: non sarà proprio inguardabile, mi sono detto. E così ecco che mi sono trovato di fronte a un film divertente, molto ironico e con poca azione (motivo per cui il film non è per niente fastidioso). Robert Downey Jr è un genio dell’ingegneria che ha messo su un impero basato sul commercio delle armi militari. In seguito ad un rapimento subito in Afghanistan scopre che anche i terroristi hanno le sue armi e decide di metter fine alla sua azienda, ma il socio Jeff Bridges non sarà contento di ciò e cercherà di rubargli la sua ultima ipertecnologica arma: un’armatura che permette a Jr di diventare Iron Man. La trama è quella che è, ma gli attori sono in palla, e il film non annoia mai. Non piacerà a tutti, ma alla fine si guarda con piacere, ci può stare.

Non si può dire lo stesso di Speed Racer (2008), l’atteso ritorno dei fratelli Wachowski di Matrix; in realtà il film è un vero e proprio videogioco, solo che non siamo noi a gestire la macchina del protagonista! Emile Hirsch, il bamboccio (bravo, per carità) di Into the wild, è un talento delle corse automobilistiche: rinuncia a un contratto con una società potentissima per restare nella scuderia di famiglia, ma il Moggi della situazione (ovvero il proprietario della società potentissima) gli promette di rovinarlo, dice che è tutto combinato e che non vincerà mai se non firma per lui (tipo la Gea, insomma). Ci sono corse su corse, alcune anche divertenti, ma gli effetti speciali sono troppi e un po’ fastidiosi: si salva il cast con John Goodman, Susan Sarandon e un bambino che è praticamente il sosia di Enzo Salvi (!!!). Filmetto sciocco e deludente, evitabilissimo.

Finita la settimana in sala eccoci al resto: non vedevo un film in televisione da mesi, neanche ricordo qual è stata l’ultima pellicola che ho visto in tv, fatto sta che una sera che stavo a casa ho acceso e mi sono ritrovato davanti Indiana Jones. Avendolo già visto la settimana precedente ho cambiato e ho lasciato su Adam Sandler, si trattava di 50 volte il primo bacio (2004) di Peter Segal, che avevo già visto due o tre anni fa in dvd con qualche amico (perché avevamo visto questo film non lo ricordo assolutamente). Si tratta di una commedia carina, Adam Sandler fa sempre gli stessi film e le stesse parti, ma mi diverte parecchio, e in questo film non fa eccezione: si innamora di Drew Barrymore, che in seguito ad un incidente non assimila più ricordi e per questo ogni giorno si sveglia senza ricordi nuovi. Adam Sandler sarà costretto a rimorchiarla ogni giorno, ingegnandosi ogni volta in tecniche assurde e divertenti. Chiaro, giusto un filmetto, ma è piacevole e fa compagnia, un buon modo di far scorrere una moscia serata casalinga insomma.

Come da abitudine ho cercato di sfruttare un po’ di domenica per recuperare un vecchio classico che non avevo mai visto: è stato difficile riuscire a non pensare a qualcosa che non riguardasse il calcio, ma il buon Marcello Mastroianni è stato d’aiuto. Divorzio all’italiana (1961) di Pietro Germi è un ottimo esempio di come il cinema italiano una volte fosse leggero e divertente senza mai essere volgare, con un soggetto originalissimo (premio Oscar!) e un attore formidabile. Marcello Mastroianni, nobile siciliano, è stufo di sua moglie e si invaghisce della giovanissima Stefania Sandrelli: l’unico modo per mettersi con lei è di indurre la moglie al tradimento per poi ucciderla, visto che il codice penale concede una pena minima in caso di flagranza e di onore umiliato. Non sarà facile riuscire a mandare la fedele moglie tra le braccia di un altro, ma il nostro Marcello ha mille risorse e sa sempre quel che fa. Un film veramente leggero, mai volgare, splendido nella sua messa in scena, così pura, così genuina, un film di quelli che non fa più nessuno, purtroppo (ma forse al giorno d’oggi mancano quegli sceneggiatori e soprattutto quegli attori).

La prossima settimana sarà per me lunghissima, per meri e ovvi motivi sportivi, da un lato non riesco a pensare ad altro, dall’altro sono obbligato a dover pensare ad altro, per questo, comunque vada (e l’ottimismo da tempo non è più tra le mie virtù) ci ritroveremo qui a parlare dei film che vedrò in questi sette giorni: magari l’umore sarà “leggermente” influenzato dal finale di campionato, ma che volete che sia, in fondo si tratta “solo di un gioco” (ah-ah, quanta ironia oggi).

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