Recensione “The Hunter” (“Shekarchi”, 2010)

Un film duplice, ambiguo, spezzato, come il suo protagonista, come i suoi personaggi: l’ambivalenza della personalità umana, l’ambiguità dei nostri destini, che ci portano ad essere talvolta prede, talvolta cacciatori (come da titolo). Lo stesso regista Rafi Pitts è stato costretto a sdoppiarsi, finendo dall’altra parte della macchina da presa, e dando le sue sembianze ad Alì, il protagonista della vicenda (l’attore scelto per la parte infatti non si è presentato alle riprese, costringendo il regista ad interpretare il ruolo principale).

Appena uscito dal carcere, Alì vuole dedicare il suo tempo alla bella moglie e alla sua bambina. Durante uno scontro tra manifestanti ribelli e poliziotti, la donna resta uccisa e la figlia sembra sparita. Alì, in una maschera di dolorosa indifferenza, si lancia alla ricerca della sua bambina, fino a scoprirla morta. È qui che l’uomo perde la sua razionalità, sparando e uccidendo due poliziotti dalla cima di una collina. Comincia così una caccia all’uomo che rivelerà la sottile ambivalenza della natura umana.

Pitts spezza il suo film in due parti ben distinte: la prima in cui Alì è il cacciatore del titolo, in cui l’uomo si muove all’interno di una cornice ben delineata dalle splendide inquadrature fisse del regista, quasi costipato all’interno di uno spazio circoscritto. Il regista illumina Alì con le luci fredde delle insegne dei negozi, dei lampioni o dei fanali delle automobili: quel caotico traffico urbano di Teheran fin troppo simile ai tumulti interiori del protagonista, che nella seconda parte del film si perde nel ruolo di preda in balia di due poliziotti inizialmente definiti da personalità ben distinte. La lunga sequenza finale nel bosco cambia totalmente i connotati del film, l’uso della camera a mano si distingue da tutto ciò che avevamo visto fino a quel momento, spiazzando non poco lo spettatore con un finale freddo e desolante in cui i ruoli dei personaggi sono continuamente messi in discussione, come le varie sfaccettature dell’animo umano.

hunter

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. utente anonimo ha detto:

    mai visto un fil così brutto!!!!!!!! un'ora e mezza di spaccamento di palle….ma si possono fare questi film nel 2011?

    "Mi piace"

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