Recensione “Niente da dichiarare?” (“Rien à declarer”, 2011)

Due anni dopo il successo pressoché irripetibile del bellissimo “Bienvenue chez les Ch’tis” (“Giù al Nord”), Dany Boon torna dietro la macchina da presa per dirigere una nuova commedia dal sapore “geografico”: al centro della situazione non più le differenze culturali tra la Provenza e il Nord, bensì tra il Belgio e la Francia. La comicità di Boon pone sempre l’attenzione sulla convivenza tra due culture differenti, esasperando all’estremo situazioni e personaggi, ottenendo così un effetto comico inevitabile: l’idea di fondo delle sue commedie è la semplicità, ed è su questa strada che il regista/attore francese ha costruito il suo successo. “Niente da dichiarare” è una commedia semplice e divertente, senza pretese, ed è per questo che risulta amabile.

Siamo nel 1993, sul confine franco-belga: in Europa vengono aperte le frontiere, causando la chiusura dei posti di blocco doganali. Ruben Vandevoorde, doganiere belga che odia la Francia e i francesi, è costretto suo malgrado ad accettare questa situazione, e vista la sua condotta viene assegnato al nuovo distaccamento doganale mobile insieme al suo eterno nemico, il doganiere francese Mathias Ducatel. Mathias è segretamente innamorato della sorella di Ruben, e così accetta a sua volta il lavoro per riuscire a farsi accettare dal suo nuovo collega.

Anche se meno marcata rispetto al film precedente, anche qui c’è una forte componente linguistica che viene inevitabilmente penalizzata dal doppiaggio italiano: la spassosa scena della notte di capodanno, in cui Mathias finge l’accento belga, in italiano perde colpi (pur risultando comunque divertente). Lo scontro tra culture diverse offre da sempre più di uno spunto comico, basterebbe farsi un giro nei due Paesi in questione per accorgersene: i francesi raccontano barzellette sui belgi sullo stesso stile di quelle italiane contro i carabinieri, mentre invece in Belgio si trovano facilmente magliette con su scritto “noi abbiamo inventato le patatine, poi sono arrivati i francesi e le hanno chiamate French Fries”, e via dicendo. Il rapporto tra vicini di casa non è mai facile, soprattutto se si tratta di vicini di Paese. E quando c’è Dany Boon di mezzo, ci sono anche le risate.

pubblicato su Livecity

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