Il nome di Lasse Hallstrom alla regia di un film così originale mette un po’ i brividi, perché in qualche modo sai già che lo renderà terribilmente buonista, pieno di quei bei sentimenti in cui normalmente, nelle pellicole del regista svedese, ci si potrebbe affogare. E anche stavolta il tocco di Hallstrom, come in “Chocolat”, “Le regole della casa del sidro” o il recente “Hachiko”, fa un po’ storcere il naso. Per fortuna l’idea originale e gli ottimi Ewan McGregor e Kristin Scott Thomas salvano la situazione, regalandoci alla fin fine un film tutto sommato godibile, seppur non indimenticabile.
Alfred Jones è uno scienziato britannico dalla vita noiosa e banale, ha un lavoro nel ministero della Pesca e dell’Agricoltura e un matrimonio talmente piatto da funzionare senza troppe pretese. Il governo britannico, alla ricerca di una buona notizia sul Medio Oriente per distogliere l’attenzione pubblica dai fallimenti militari, viene a conoscenza di una bizzarra idea di uno sceicco yemenita: importare la pesca del salmone nel deserto. L’idea sembra impossibile e irrealizzabile, ma Alfred viene incaricato (controvoglia) di supervisionare il progetto, accompagnato da Harriet, la bella rappresentante inglese dello sceicco. Qui, nonostante la diffidenza iniziale, comincerà un viaggio alla scoperta di sé e della meraviglia.
Un film dall’humour tutto britannico, in cui è soprattutto la componente politica a strappare i momenti più divertenti (rappresentata dall’addetta alle comunicazioni del Primo Ministro, interpretata dalla brillante Kristin Scott Thomas). I toni da commedia si riflettono anche sul personaggio grigio e conservatore di Ewan McGregor, che darà una svolta alla sua vita innamorandosi della bella Emily Blunt. Un film in cui tutto va come deve andare, dove tutti alla fine sono felici e contenti, e ti fa uscire dal cinema pensando che la vita reale, in fin dei conti, è tutta un’altra storia. Una favola degli anni 2000: se non siete troppo grandi per le favole, vi piacerà.
pubblicato su Livecity