Kierkegard diceva: “La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti”. Mia Hansen-Love, una delle più promettenti registe francesi degli ultimi anni, sembra abbia incentrato la sua terza pellicola intorno a questa citazione, affidando alla strepitosa Lola Créton, quasi esordiente, il compito di condurre l’altalena di emozioni di Camille, la protagonista del film. La regista trentenne cambia totalmente atmosfera rispetto alla sua pellicola precedente (“Il padre dei miei figli”, film bellissimo), portando sullo schermo uno dei connubi più celebri della storia dell’umanità: amore e adolescenza. Un tema già affrontato in decine di altri film, che qui però riesce a trovare una strada propria, con onestà e passione, senza un’ombra di superficialità.
Camille e Sullivan sono giovani, si amano, sembrano essere inseparabili. Per lei l’amore è tutto, per questo quando Sullivan decide di partire per il Sudamerica, la situazione precipita. Camille resta così da sola con i suoi ricordi, strazianti, amplificati dai sogni e dalle illusioni dell’adolescenza. Il tempo passa, le lettere di Sullivan diventano sempre più sporadiche finché lui non decide di interrompere la loro relazione. Passano gli anni, Camille non sembra riuscire a dimenticare il suo grande amore, almeno finché non incontra Lorenz, un architetto di cui diventa assistente e amante. Proprio quando Camille sembra aver ritrovato la sua strada, Sullivan torna nuovamente nella sua vita.
La splendida voce della cantautrice cilena Violeta Parra (“Volver a los 17” e soprattutto “Gracias a la vida”) accompagna i silenzi e le assenze, l’inverno dell’anima di Camille, in attesa di un futuro che sembra correre più veloce di lei. Lo sguardo della Hansen-Love non è mai invadente, è anzi tenero, discreto, è lo sguardo di qualcuno che sembra stia raccontando qualcosa che ha conosciuto, che ha toccato con mano, un mondo che forse appartiene a gran parte di noi. Lola Créton da parte sua si consacra come una delle nuove muse del cinema francese, con i suoi 19 anni il futuro è suo (e di Mia Hansen-Love). Un film che vibra tra i vicoli di Parigi e il cielo della campagna francese, risuonando come un soffio di leggerezza nella grande orchestra del cinema francese.
pubblicato su Livecity