Nello scorso capitolo apparivo preoccupato per l’allora imminente inizio dei Mondiali, poiché temevo che avrebbero tolto tempo prezioso da dedicare ai film. E invece niente, l’organizzazione è stata talmente brava a piazzare la partita serale alle 20 da permettermi di cominciare con tutta calma un film alle 22.30. Cinema e Mondiali possono dunque coesistere e lo fanno anche per bene (con tutte le derivazioni e deviazioni del caso: solo io guardando giocare Witsel del Belgio ho pensato a Rembrandt de “I guerrieri della notte”? Sì? Va bene). Se solo si potesse vivere soltanto di calcio e film (e serie tv ovviamente, e anche Bruce Springsteen)…
Wonderstruck (2017): L’ultimo film di Todd Haynes è un grosso nì, non è male, anzi, è ricco di poesia e di amore per il cinema, ma non sembra un film per le sue corde. Nelle mani di Spielberg, ad esempio, sarebbe potuto diventare un gioiello, ma Haynes lo preferisco quando si occupa di roba più adulta (“Carol” o “Io non sono qui” per citarne un paio).
Shoplifters (2018): Palma d’Oro a Cannes, il nuovo film di Kore’eda è l’unico che sono riuscito a vedere durante la rassegna di “Cannes a Roma”. Il regista nipponico non è più una sorpresa ormai e ogni suo nuovo film a fine anno finisce sempre nella mia Top20: automatico proprio. Il racconto di una famiglia di taccheggiatori e piccoli truffatori che vive d’amore e d’accordo nonostante la condotta di vita dei suoi componenti, dalla nonna ai bambini. Molto bello.
Sideways (2004): Tra i registi in attività Alexander Payne è senza dubbio uno dei miei preferiti. A questo film, che avrò visto una decina di volte ormai, è legata una delle esperienze cinematografiche più belle e divertenti della mia vita. Un road movie agrodolce, tra risate, personaggi memorabili e grandi momenti di malinconica riflessione. Uno dei miei film della vita (nonché il nome del mio primo blog, dodici anni fa…).
The Prestige (2006): Una volta Nolan era un regista che mi faceva impazzire e questo film è uno dei suoi momenti più alti (forse il più bello dopo “Memento” e no, un film su Batman non sarà mai il film migliore, per quanto “Il cavaliere oscuro” sia comunque molto ben fatto). Colpi di scena, un continuo inganno nei confronti dello spettatore che poi, a prestigio compiuto, non può non restare a bocca aperta. Oh, poi ci sta David Bowie che fa Tesla, non so se mi spiego.
Memories of Murder (2003): Qualche tempo fa avevo chiesto ai fan della pagina Facebook di UVDC un suggerimento cinematografico. Il primo che ho seguito, quello che mi intrigava di più, era questo film coreano di Bong Joon-ho, un thriller spettacolare che non ha davvero niente da invidiare alle produzioni hollywoodiane. Bellissimo, coinvolgente, ricco di sorprese e con un’ambientazione totalmente suggestiva. Da recuperare.
A Futile and Stupid Gesture (2018): Una bella sorpresa scovata su Netflix. Il film racconta, in maniera decisamente originale e divertente, la storia di Doug Kenney, fondatore della rivista umoristica National Lampoon (che negli anni 70 ha scoperto gente come John Belushi, Harold Ramis e Bill Murray), nonché ideatore di un capolavoro come “Animal House”. Alcuni espedienti narrativi sono geniali e il film non solo è uno spasso, ma sa anche raccontare in maniera intelligente i lati oscuri di quello che, a modo suo, può essere considerato un pioniere della comicità moderna.
SERIE TV: Niente. Non sto guardando niente. Mi disintossico un po’ in attesa dell’uscita della nuova stagione di “Better Call Saul” ad agosto. Pure perché il tempo per vedere i Mondiali lo devo pur togliere a qualcos’altro. Se penso che un anno fa eravamo nel pieno della terza stagione di “Twin Peaks” (sospiro)….