Festa del Cinema di Roma 2024 – Giorno 4: Nel gergo del surf, l’ora dei gentiluomini è quel momento, di mattina presto, dove persone non inchiodate dai classici orari di lavoro vanno a godersi le onde prima degli altri (anche se dopo la cosiddetta “pattuglia dell’alba”). Tutto ciò per dire che oggi mi sono recato in Auditorium a bordo della mia Panda Rossa, per gli amici Bobby Jean, e grazie all’assenza di traffico (che bella Roma alle 8 del mattino di sabato!) sono arrivato alla Festa del Cinema alle 8.30, con un anticipo clamoroso che non solo mi ha permesso di fare colazione al bar, ma anche di scambiare qualche chiacchiera cinefila con quei gentiluomini dei miei amici. A tal proposito, alle 9 ci siamo tutti recati a vedere Libre di Melanie Laurent (la Shoshanna di Tarantino, per i meno pratici), che cavalca la tradizione francese del ladro gentiluomo, appunto, mettendo però da parte lo sguardo autoriale degli illustri predecessori per un cinema più cool e commerciale. Tratto da una storia vera, il film racconta le rapine, le spettacolari evasioni e soprattutto l’affabilità e il fascino di Bruno Sulak (interpretato da Lucas Bravo, una sorta di miscuglio tra Antonio Conte e Kim Rossi Stuart), una “persona per bene”, come lo descrive il commissario che gli sta alle calcagna. Dalla Francia ci si aspetta sempre di vedere qualcosa di meno “hollywoodiano”, se capite ciò che intendo, ma in fin dei conti il film intrattiene, è più che godibile e quindi il risultato lo porta a casa.

Alle 11.15 entro al Maxxi per il classico film riempitivo che si inserisce nel programma per avere qualcosa da vedere tra una proiezione e un’altra e non dover restare a spasso per due o tre ore. Non è raro che questi cosiddetti filler alla fine risultino bellissime sorprese: è proprio il caso di Blanket Wearer, esordio della sudcoreana Park Jeong-mi, che in seguito al licenziamento e al drastico crollo del suo conto in banca, decide di passare un anno senza toccare soldi e di documentare questo progetto di sopravvivenza estrema: prende in prestito una bici di seconda mano e comincia a vivere Londra da ospite, poi da squatter, infine pedala verso il Galles per raggiungere una comunità di agricoltura biologica. Le opportunità, il bisogno di conoscere sé stessa, la voglia di portare avanti il progetto guidano la regista verso l’Europa continentale, dove incontra una carovana di hippie che la condurranno nei Balcani. Il viaggio continuerà ancora a lungo, prima in Turchia, sulle orme dei dervisci e infine in Iran, il tutto tra riflessioni personali, incontri, rivelazioni e spaventi. Incredibilmente appassionante, è un film che sorprende e coinvolge, soprattutto per la capacità della regista di raccontare ciò che vive mettendo sempre in discussione ciò che osserva, sentendosi continuamente un’impostora. Mi è piaciuto proprio tanto, altro che filler.

Fuori dal Maxxi ho l’occasione di raggiungere velocemente il mio forno preferito, di cui non rivelerò l’ubicazione neanche sotto pagamento. Mangio un pezzo di pizza mentre allungo il passo verso la Petrassi, dove trovo in conferenza stampa Ralph Fiennes e Juliette Binoche, protagonisti di The Return di Uberto Pasolini, che però vedrò soltanto lunedì prossimo. Nel frattempo, grazie al prezioso aiuto dell’Ufficio Stampa della Festa, sono riuscito a recuperare un invito per la masterclass di Viggo Mortensen delle 16. Nell’attesa chiacchiero, passeggio e realizzo un nuovo ritratto per il mio progetto fotografico Film People, che vi invito a seguire su Instagram, dove oltre alle foto che compongono il progetto trovate tra le storie anche i miei commenti quotidiani ai film che vedo alla Festa del Cinema, le recensioni, i link a tutti gli articoli di Una Vita da Cinefilo ogni volta che escono, oltre a poter partecipare ai sondaggi settimanali in cui chiedo il film più bello che avete visto negli ultimi giorni. Insomma, seguite filmpeopleproject!
Alle 16 comincia la Masterclass di Viggo Mortensen, ma c’è anche il tappeto rosso di Melanie Laurent: muoio dalla voglia di vederla (anzi, di rivederla, visto che era già stata alla Festa del Cinema nel 2007, con L’Amore Nascosto), ma purtroppo devo correre in Sinopoli per prendere posto. L’incontro con Viggo scorre che è un piacere: l’attore/regista di The Dead Don’t Hurt è una persona speciale, dalla vita incredibile e sentirlo parlare è sempre molto stimolante. Forse proprio per la sua versatilità e intelligenza, l’incontro non si basa su clip cinematografiche da commentare con qualche aneddoto, ma è un viaggio nella vita di Mortensen, dall’infanzia a Buenos Aires, alle tante esperienze fatte, agli approfondimenti su filosofia e psicanalisi, il cui succo è: “sapere che devo morire mi dà gli stimoli per fare qualcosa di buono ogni giorno”.
Uscito dalla sala mi imbatto nel red carpet di Juliette Binoche e Ralph Fiennes, ai quali tento di rubare qualche foto nella calca, quindi me ne torno a casa, stanco come Forrest Gump dopo aver attraversato gli Stati Uniti di corsa (ok, forse non proprio così stanco). Domani ci sono altri due film, oltre all’incontro con Gael Garcia Bernal e Diego Luna, ma soprattutto mi aspetta un’altra levataccia e, di conseguenza, un’altra “ora dei gentiluomini”. Godetevi il sabato sera, voi che potete: io vado a dormire.



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