Festa del Cinema di Roma 2024: On The Road Again

Festa del Cinema di Roma 2024 – Giorno 7: Uno dei giorni più attesi si è forse rivelato il giorno dei rimpianti. Un altro titolo del diario di oggi infatti sarebbe potuto essere “Cobie or not Cobie”, visto che il mio atteso incontro con Cobie Smulders, cioè Robin di How I Met Your Mother, non è avvenuto. Ma procediamo con ordine. Stamattina è stato presentato alla Festa del Cinema l’atteso thriller/horror Longlegs di Oz Perkins (figlio di Anthony, il Norman Bates di Psyco!). Una serie di inquietanti omicidi-suicidi ha in comune un solo indizio: una lettera lasciata sul luogo del crimine e firmata da un certo Longlegs, che tuttavia non è l’esecutore materiale dei delitti. L’FBI coinvolge un’agente, forse dotata di qualche forma di chiaroveggenza, per indagare sul mistero. Esteticamente è un film bellissimo, il lavoro dietro ogni immagine e sequenza mi è piaciuto molto, il problema è che tutto il carrozzone si basa su premesse piuttosto deboli, che emergono tutte nel finale. Nicolas Cage però è meraviglioso nella parte di Longlegs: non riuscirò più ad ascoltare Happy Birthday to you senza avere un brivido. Con una sceneggiatura più solida sarebbe potuto diventare un instant cult, peccato.

Nel pomeriggio devo disertare l’Auditorium per cause di forza maggiore, perdendomi appunto l’incontro con la mia amata Robin, ma anche il film che presentava, Sharp Corner, che sembra davvero una delle grandi chicche di questa Festa del Cinema. Le due proiezioni saltate (l’altra è Grand Theft Hamlet) e la foto mancata con Cobie Smulders mi lasciano l’amaro in bocca, ma la vita è ciò che accade tra un imprevisto e un altro. Nel tardo pomeriggio mi rimetto in strada per salvare almeno la proiezione serale, che aspettavo da un anno e mezzo, ovvero da quando Thom Zimny è venuto sotto casa mia a Garbatella, con la sua troupe, per fare delle riprese all’incontro tra me e l’amico Guglielmo, con cui dovevo andare al concerto (visto che lui era stato intervistato per il documentario!). Ci arriverò tra poco. Parcheggio vicino al Teatro Olimpico verso le 20 e ho tempo di farmi un giro all’Auditorium, dove ancora ho l’illusione di poter incontrare Cobie Smulders per caso (non accadrà). Incontro invece la solita fiera di gente semisconosciuta con addosso il vestito del matrimonio del cugino, che accorre alla Festa del Cinema con il favore delle tenebre per mettersi in mostra, per farsi video da postare sui social, per popolare viale de Coubertin di pupazzi vestiti a festa. Nonostante sia ora di cena, l’Auditorium è ancora in pieno fermento, la folla assiepata davanti al red carpet è ancora viva, in attesa di chissà chi. I minuti passano, Cobie Smulders è ancora dentro la sala, dove sta raccogliendo gli applausi per il film di Jason Buxton, e io devo raggiungere nuovamente il Teatro Olimpico per la proiezione del documentario Road Diary, che racconta il primo tour di Bruce Springsteen dopo la pandemia. Il film è emozionante, il Boss fa i conti con la mortalità, con un percorso fatto di ricordi e senza alcuno spazio per il futuro, se non per la frase (applauditissima): “Quando stai sul palco così tanto tempo arriva un momento in cui è troppo tardi per fermarsi”, dando seguito alle sue parole con l’annuncio che continuerà a fare concerti finché ne avrà la forza, “e finché la band mi seguirà”. Il mio amico compare in un paio di scene che scatenano il nostro entusiasmo e in un’inquadratura dovrei esserci anche io: riconosco un angolo di barba (lo verificherò venerdì, quando il documentario uscirà su Disney+), ma purtroppo non mi si vede in volto. Poco male, è emozionante aver fatto parte, anche solo in un frame, di un film su Springsteen, prodotto da Springsteen. Bruce è il boss di tutti noi e il documentario è un’emozione continua, che mi sento di consigliare anche a chi non conosce la musica del cantautore del New Jersey.

Domani, salvo imprevisti, mi aspettano altri tre film piuttosto succulenti, anche se purtroppo in conferenza stampa non sono in programma nomi che mi interessano particolarmente. Cobie Smulders, la mia cara Robin, è un treno che non passa tutti i giorni, purtroppo.


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2 risposte a “Festa del Cinema di Roma 2024: On The Road Again”

  1. Avatar Austin Dove

    per me Longlegs è stata la delusione maggiore tra i film che ho visto. come dice il mio prof di critica, con le conoscenze e la tecnologia di oggi è difficile fare un film tecnicamente brutto, e infatti a fare schifo è la sceneggiatura -_- poi tolti i jumpscares non resta molto

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    1. Avatar AlessioT

      Sì sono d’accordo, l’atmosfera mi stava piacendo molto devo dire, ma l’ultima mezzora è proprio una cosa inutile

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