Festa del Cinema di Roma 2024 – Giorno 9: Oggi è una giornata moscia, di contenimento: è il classico giorno, presente più o meno in ogni Festival di Cinema così lungo, in cui si tira il fiato prima dei botti finali (ovvero Johnny Depp, in arrivo sabato). Anche una nuvola di pioggia però ha i suoi contorni d’argento e stamattina di pioggia ce n’è stata a catinelle. L’argento ce l’ha invece regalato Christopher Andrews, che ha realizzato un’opera prima decisamente interessante: Bring Them Down racconta la storia di un pastore irlandese, Michael, costretto a occuparsi di pecore e montoni a causa della grave disabilità del padre. Dall’altra parte della collina c’è un’altra famiglia di pastori, composta da Gary e suo figlio Jack (Barry Keoghan), con i quali i rapporti si fanno più tesi, in una graduale ma inarrestabile escalation di violenza. Il film di Andrews forse puzza di deja vu (l’eco del magnifico As Bestas, uscito solo due anni fa, è troppo forte, così come per certi versi il fantasma di Peckinpah) ed è un po’ ridondante vedere Barry Keoghan ancora una volta nei panni di un ragazzo che vorresti prendere a schiaffi per tutto il film, al di là di questo però c’è un montaggio coinvolgente, una bella regia e mi è piaciuto molto il fatto che ogni personaggio sembri essere vittima di qualcosa, in un mondo di frustrati in guerra tra di loro. Il film uscirà anche nelle sale italiane (oltre che su Mubi) e merita sicuramente di esser visto.
Dopo la proiezione la mia giornata sarebbe finita, se non fosse che c’è Paz Vega a Casa Alice, dove mi dirigo per scattarle una foto. L’attrice spagnola è a Roma per presentare il suo primo film dietro la macchina da presa, Rita, di cui però so ben poco. Potrei tornare a casa, mangiare finalmente un pasto caldo invece della solita pizza al taglio, ma tra due giorni finisce tutto e non me la sento di lasciare subito l’Auditorium. Così affronto ancora una volta le scale della Petrassi e me ne vado ad ascoltare la conferenza stampa di Bring Them Down dove, oltre al regista, c’è anche il mitico Colm Meaney, il tipico attore di cui magari il nome non vi dice molto, ma che appena vedete una foto pensate “Aaaah, certo!”. Ascolto la conferenza stampa, poi mi avvicino lemme lemme a Meaney e, a quattrocchi, gli domando qual è il suo film preferito. Mi risponde che è una domanda difficile e che ce ne sono molti, quindi si alza e fa per andarsene, ma quando lo saluto dicendogli di aver amato molto The Van di Stephen Frears, Colm Meaney si congeda confessandomi che quello è sicuramente uno dei suoi preferiti e che lo metterebbe senza dubbio nella sua Top 5.
Domani all’Auditorium ci sarà James Franco, ma ho talmente tanti film da vedere che lo saluterò da lontano. Ora sono a casa, ho l’intera serata davanti e non so bene come affrontarla: dai, magari mi vedo un film.


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