Nel gennaio del 2014 per la prima volta Una Vita da Cinefilo scopriva Mubi (qui c’è l’articolo), finendo addirittura per molti mesi nella rassegna stampa del portale, ai tempi giunto in Italia da poco e in una versione ancora primitiva, se così si può dire. Oggi Mubi si è ampliato, è migliorato sotto ogni punto di vista, proponendo non solo un nuovo film ogni giorno, ma lasciando a disposizione degli utenti un catalogo di film accattivante, ricchissimo, a cui si aggiungono retrospettive e titoli distribuiti in esclusiva per la piattaforma. 8 anni fa, complice anche l’imminente arrivo in Italia di Netflix prima e Amazon Prime Video subito dopo, decidi di disdire l’abbonamento a Mubi dopo qualche mese sia perché, nonostante mi piacesse da morire, l’offerta di film era ancora troppo magra (e talvolta senza i sottotitoli neanche in inglese), sia perché l’arrivo delle due piattaforme streaming più celebri mi aveva per forza di cose obbligato a rinunciare a qualcosa. A ottobre ho ricevuto tre mesi di Mubi in omaggio e a dicembre ho deciso di attivare il ticket: da quel momento ad oggi ho guardato su Mubi 20 film, nello stesso periodo ne ho visti solo 8 su Prime e la miseria di 4 su Netflix (fonte Letterboxd). Cosa significa tutto ciò? Che Mubi, per quanto mi riguarda, è diventato qualcosa di irrinunciabile.
Un breve accenno di storia: nel 2007 Efe Çakarel, fondatore di Mubi, si trovava in un bar di Tokyo e si sentiva frustrato dall’impossibilità di guardare “In the mood for love” direttamente dal suo laptop. Decide così di sviluppare l’idea di una piattaforma online per cinefili, costituita esclusivamente da film d’autore. Quindici anni dopo, nel 2022, Mubi è senza dubbio il servizio streaming più interessante a disposizione degli amanti della settima arte: al momento è disponibile una retrospettiva su Wong Kar Wai (ovviamente, visto che a lui si deve la scintilla che ha portato alla nascita di Mubi), tantissimi film passati alla Berlinale, a Venezia, al Sundance, a Cannes o a Locarno, capolavori degli anni 60 (da Ozu a Godard, da Agnes Varda a Bergman) ma anche memorabili film più o meno recenti come “Pride”, “Melancholia”, “Tracks”, “Medicin de nuit” o “Petite Maman”, solo per citarne alcuni. Insomma, se siete stufi di trovare solo film commerciali a portata di clic o di telecomando, Mubi è l’occasione per riscoprire l’amore per il Cinema con la C maiuscola, di ficcare il naso in un catalogo dove si respira cinema dietro ogni titolo e per innamorarsi di film di cui ignoravate l’esistenza (come è successo a me con “Hong Kong Express”).
Se questa papella di informazioni in qualche modo vi ha incuriosito e volete provare Mubi gratis per trenta giorni, potete usare questo link messo a disposizione da Una Vita da Cinefilo per tutti i suoi lettori e le sue lettrici. Al termine dei 30 giorni di prova potrete decidere se disdire o abbonarvi (e già ve lo dico, una volta provato non riuscirete più a rinunciare). Questo il link per la prova gratuita: https://mubi.com/it/t/web/global/1j81vjr. Che altro dire: buon cinema d’autore e buon viaggio nel paradiso dei cinefili!
