
Il 2024 è stato un anno di grande cinema, come abbiamo visto nei vari bilanci e nelle classifiche pubblicate in giro per il web. Sulla scia dei dodici mesi appena trascorsi, anche il 2025 promette ottime cose: sono già in sala l’ottimo Nosferatu di Eggers e soprattutto il meraviglioso Emilia Perez di Audiard, oltre al nuovo film di Zemeckis, Here. Tra film attesissimi in uscita nelle prossime settimane (The Brutalist su tutti) e progetti già terminati, che aspettano solo una data di distribuzione, andiamo a vedere cosa ci riserverà il nuovo anno dal punto di vista cinematografico. Ecco i film in uscita nel 2025:
Amerikatsi: Scritto, montato, diretto e interpretato da Michael A. Goorjian, è il film scelto dall’Armenia per la corsa agli Oscar (già finita: non è in shortlist). Al centro della storia c’è il rimpatriato armeno-americano Charlie Bakhchinyan, arrestato per aver indossato una cravatta nell’Armenia sovietica. Sbattuto in isolamento, scopre di poter vedere l’interno di un condominio vicino alla prigione dalla finestra della sua cella: osservando la coppia che vive nell’appartamento, giorno dopo giorno, Charlie ricorda i motivi per cui è tornato in Armenia. Un film che parla di speranza e dell’arte della sopravvivenza nelle peggiori condizioni. Dal 16 gennaio.
Oh, Canada: Scritto e diretto da Paul Schrader, è la storia di un famoso documentarista canadese che decide di rilasciare un’ultima intervista a uno dei suoi ex studenti per raccontare tutta la verità sulla sua vita. Sarà una confessione filmata proprio davanti alla moglie. Presentato lo scorso anno a Cannes, nel cast ci sono Richard Gere e Uma Thurman. Dal 16 gennaio.
A Complete Unknown: Uno dei film più attesi delle prossime settimane è senza dubbio il biopic di James Mangold su Bob Dylan e la celebre svolta “elettrica” della sua carriera. Il cantautore Premio Nobel è interpretato da Timothée Chalamet. Dal 23 gennaio.
Io Sono Ancora Qui: Ci sono tanti motivi per vedere il nuovo film di Walter Salles (già regista del meraviglioso I Diari della Motocicletta). Uno è perché l’attrice protagonista, Fernanda Torres, ha soffiato il Golden Globe a sorpresa e ora bussa con i piedi per una statuetta agli Oscar. Due perché è basato su una storia realmente accaduta e tre perché, beh, se ne parla davvero benissimo: è la storia di una famiglia brasiliana durante la dittatura degli anni 70, dove il capofamiglia viene prelevato per un interrogatorio e non torna più, lasciando la moglie a combattere per la verità, al tempo stesso adoperandosi per tenere unita la famiglia. Dal 30 gennaio.
Itaca – Il Ritorno: Il nuovo film di Uberto Pasolini, un regista che merita sempre di essere visto. Il succo della storia ce lo mette Omero (il ritorno di Ulisse a Itaca), la messa in scena il regista romano: si ferma a metà strada tra cinema e teatro en plein air, alla fine non sembra però né l’uno né l’altro. Il cast è davvero poco convincente, ma quando hai in squadra due top player come Ralph Fiennes e Juliette Binoche, il risultato arriva sempre. Dal 30 gennaio.
The Brutalist: Leone d’Argento per la migliore regia all’ultimo Festival di Venezia, il film di Brady Corbet racconta la storia di un architetto ebreo (Adrien Brody) che sopravvive all’Olocausto ed emigra negli Stati Uniti, dove lotta per realizzarsi, finché un ricco cliente non gli cambia la vita. C’è il sentore che si tratti di uno dei film dell’anno, quindi mettetelo in watchlist. Esce il 6 febbraio.
We Live in Time: Il nuovo film di John Crowley, già regista del ben più riuscito Brooklyn, vede Florence Pugh e Andrew Garfield, coppia molto affiatata, alle prese con un cancro che ha colpito la donna. I film su un argomento così delicato sono sempre pieni di trappole: Crowley è bravo ad evitarne alcune, anche grazie a un bel lavoro di montaggio, ma è difficile non cadere su certe buche e alla fine, quando ti senti ricattato, capisci che qualcosa non ha funzionato a dovere. Il film è buono, Pugh e Garfield sono davvero molto bravi (soprattutto lei) e la storia per buona parte del film è convincente ma, evidentemente per me, non basta. Se cercate qualcosa che vi strappi le lacrime, potete andare sul sicuro. Dal 6 febbraio.
A Real Pain: Altro film che piacerà a tantissimi, ma che non mi ha convinto pienamente: una dramedy girata da Jesse Eisenberg e incentrata su due cugini in viaggio verso la Polonia per ritrovare le radici della loro famiglia (la nonna durante la guerra era stata rinchiusa in un campo di concentramento). Il film sembra essere talmente compiaciuto dei suoi dialoghi che a un certo punto sembra parlarsi addosso, incastrando i due personaggi principali all’interno di uno script che gli riduce a macchiette e che non sembra mai riuscire a trasformarsi in qualcosa di più solido. Non ci sono svolte e i personaggi non hanno un percorso particolare, una linea, un cambiamento: il film non decolla praticamente mai, nonostante un buonissimo potenziale e un Kieran Culkin perfettamente a suo agio nel ruolo del cugino senza filtri. Ci sono anche due o tre rigurgiti di troppo: qualcuno avvisi il regista che i rutti hanno smesso di far ridere già negli anni 70. Dal 27 febbraio.
Mickey 17: Film di fantascienza scritto e diretto da Bong Jooh-ho, che torna dietro la macchina da presa sei anni dopo il trionfo di Parasite. Film d’apertura della prossima Berlinale, racconta la storia di un uomo che, volendo abbandonare la Terra, si iscrive per diventare un “sacrificabile”: un dipendente usa e getta il quale, una volta morto, viene rigenerato in un nuovo corpo con la maggior parte dei ricordi intatti. Successo annunciato, lo vedremo dal 6 marzo.
Black Bag: Cate Blanchett e Michael Fassbender nella nuova spy story di Steven Soderbergh, con un agente segreto alle prese con una moglie accusata di aver tradito la nazione. La lealtà dell’uomo sarà per il matrimonio o per il suo Paese? Dal 13 marzo.
La Città Proibita: Non si può mai sottovalutare un nuovo film di Gabriele Mainetti, nel piatto panorama attuale del cinema italiano. Il figlio di un ristoratore indebitato si unisce a una ragazza straniera alla ricerca della sorella. Insieme, dovranno combattere fianco a fianco contro i membri più spietati della malavita romana. Non appare come l’idea più originale del mondo, ma il tocco di Mainetti potrebbero renderlo una bella visione. Lo sapremo dal 13 marzo.
Lee Miller: Altro film che aspetto moltissimo. L’esordio alla regia di Ellen Kuras vede Kate Winslet nei panni della fotogiornalista Lee Miller. Neanche a dirlo, in quanto fotografo, è decisamente pane per i miei denti. Esce il 13 marzo.
Le Donne al Balcone: Presentato a Cannes, l’opera seconda di Noemie Merlant è una commedia a tinte nere, su tre giovani coinquiline intente ad osservare di nascosto il vicino del palazzo di fronte. In sala dal 20 marzo.
Nonostante: Secondo film da regista di Valerio Mastandrea, che qui si dirige in un film che racconta la storia di un paziente d’ospedale perfettamente a suo agio nella sua condizione, alleggerito dal peso delle responsabilità e da ogni preoccupazione al di fuori del nosocomio. Almeno finché non arriva un’altra paziente che stravolgerà la sua routine. Lo vedremo a partire dal 27 marzo.
The Monkey: Il nuovo film di Osgood Perkins, dopo il buon successo di Longlegs. Si tratta dell’adattamento del racconto La Scimmia di Stephen King, una sorta di bambola assassina che stavolta però ha le fattezze di una scimmia giocattolo. Dal 27 marzo.
The Shrouds: Il nuovo body horror di David Cronenberg, con Diane Kruger e Vincent Cassel. Nella storia, un importante uomo d’affari, inconsolabile a causa della morte della moglie, inventa una tecnologia rivoluzionaria e controversa che consente ai vivi di monitorare i cadaveri dei loro cari defunti mentre si decompongono nei loro sudari. Una notte, diverse tombe, tra cui quella della moglie del protagonista, vengono profanate e l’uomo si mette alla ricerca dei colpevoli. Presentato a Cannes, lo vedremo dal 4 aprile.
Queer: Si parla benissimo del nuovo film di Luca Guadagnino, ambientato a Città del Messico negli anni 40. Il film racconta la storia di un emarginato espatriato americano (Daniel Craig) che si invaghisce di un uomo molto più giovane. Dal 17 aprile.
28 Anni Dopo: Danny Boyle torna sul luogo del misfatto, dando seguito al dittico 28 Giorni Dopo e 28 Settimane Dopo (dove in regia c’era però Fresnadillo) e raccontando, in questo terzo film, l’evoluzione del virus. Nel cast confermatissimo Cillian Murphy. Dal 19 giugno.
Delle uscite estive e autunnali si sa ancora poco, basti però sapere che dovrebbero arrivare il remake di Biancaneve, scritto da Greta Gerwig e diretto da Marc Webb (che esordì come regista nel bellissimo 500 Giorni Insieme), oltre al nuovo film di Paul Thomas Anderson con DiCaprio e Sean Penn. Oltre a tutti questi titoli che abbiamo visto, ci saranno senz’altro tantissimi altri film, magari ancora sconosciuti, che ameremo: non vediamo l’ora di farci sorprendere.


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