Recensione “Nonostante”: Purgatorio Amaro

Valerio Mastandrea in "Nonostante"

Dopo un buonissimo esordio dietro la macchina da presa con Ride, Valerio Mastandrea raddoppia, anzi triplica, scrivendo, dirigendo e interpretando un film che lascia da parte il realismo agrodolce del film precedente, spostando il focus su una storia d’amore atipica, malinconica, surreale ma al tempo stesso molto dolce. Mastandrea è bravissimo a evitare ogni cliché, con il solito equilibrio tra cinismo, malinconia e leggerezza, un tratto che contraddistingue il suo memorabile protagonista e, di conseguenza, tutto il film.

In un ospedale le anime dei pazienti in coma vivono, parlano, passeggiano, in attesa di un risveglio o della morte. Una piccola comunità di persone molto diverse tra loro, con in comune un letto d’ospedale, una certa disillusione nei confronti della vita e un quasi perenne stato d’attesa. Il tempo scorre sempre uguale, tra improvvise raffiche di vento provocate da chi sta per morire, finché tra i corridoi nell’ospedale non si presenta una nuova paziente, anche lei ovviamente in coma, una donna che stravolgerà lo stato d’apatia rendendo molto più spaventosa l’idea della morte o, ancor peggio, della vita.

Se in Ride il tema centrale era l’elaborazione del lutto, in Nonostante c’è un’altra elaborazione da affrontare, quella di chi va via da questo limbo, morendo o, ancor più imprevedibilmente, svegliandosi dal coma, tornando su, come dicono i personaggi. Questa è probabilmente l’idea più potente del secondo film di Valerio Mastandrea: la paura della vita, intesa sia come risveglio che, da un punto di vista meno concreto, come un faccia a faccia con i propri sentimenti, con un’uscita dalla propria comfort zone emotiva. Forse con un terzo atto meno affrettato avremmo potuto parlare di uno dei migliori film italiani dell’anno, Mastandrea però è evidentemente cresciuto e maturato come artista e sta riversando la sua sensibilità e il suo valore anche dietro la macchina da presa. C’è più emozione, forse, in questo purgatorio immaginario che in tanta realtà, soprattutto perché, concedetemi il gioco di parole, al cuor non si comanda.

Locandina "Nonostante" di Valerio Mastandrea


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