Recensione “Una Battaglia Dopo L’Altra”: Viva la Revolucion!

Tom Petty nella sua splendida hit American Girl cantava: Well, she was an American girl, raised on promises, she couldn’t help thinkin’ that there, was a little more to life, somewhere else (“Beh, era una ragazza americana, cresciuta a promesse, non poteva fare a meno di pensare che c’era qualcosa di più nella vita, da qualche parte”). Non è un caso se questo brano, che i più cinefili ricorderanno anche in una scena de Il Silenzio degli Innocenti, sia stato scelto da Paul Thomas Anderson a chiusura della sua ennesima prodezza. Al centro della storia, infatti, c’è un’altra ragazza americana, cresciuta a menzogne, che non poteva fare a meno di credere che nella sua vita ci fosse qualcosa di più rispetto alle paranoie (più che fondate) del babbo Leonardo Dicaprio. Tra rivoluzioni agognate e rivoluzioni fallite, sensei messicani (Benicio Del Toro da nomination immediata), suprematisti bianchi e un fiume di parole in codice, c’è davvero tanta carne al fuoco nei 170 minuti di Una Battaglia Dopo l’Altra.

L’ex rivoluzionario Leonardo Dicaprio vive con la figlia adolescente avuta dalla ex-compagna, un’attivista afroamericana con cui ha condiviso anni di lotte e rivoluzioni, ora scomparsa. Dopo anni di silenzio, il razzista Sean Penn torna nella sua vita per dargli la caccia, ma soprattutto per portargli via la figlia, a suo parere la prova imbarazzante di un’unione interrazziale, ma non solo. Il nostro sarà allora costretto a fare i conti con il suo passato.

Quasi un decennio dopo il fortunato Vizio di Forma, il regista di Los Angeles torna a pescare idee dalla narrativa di Thomas Pynchon, il cui romanzo Vineland ha fornito il materiale di base sul quale modellare poi la storia, molto diversa, di Una Battaglia Dopo l’Altra. Ci sono momenti (ma soprattutto personaggi) che sembrano uscire fuori dal cinema dei fratelli Coen, ma soprattutto c’è l’enorme talento di PTA nel raccontare storie, nel prendere per mano lo spettatore e coinvolgerlo in un caleidoscopio di ironia, azione, calore umano e battute fulminanti, fino a una bellissima scena di inseguimento nel deserto, tra dossi, salite e discese, in una sorta di “labirinto rettilineo” che tiene con il fiato sospeso. Il mondo forse si può davvero cambiare, una battaglia dopo l’altra. Nel frattempo, godiamoci film stupendi come questo.

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2 risposte a “Recensione “Una Battaglia Dopo L’Altra”: Viva la Revolucion!”

  1. Avatar Sam Simon

    Trovo solo recensioni positive, PTA qui ha messo tutti d’accordo! :–)

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    1. Avatar AlessioT

      Amo soprattutto il fatto che, a distanza di due settimane, muoio ancora dalla voglia di rivederlo (e spero di farlo presto!)

      Piace a 1 persona

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