Recensione “Avatar” (2009)

Quindici anni fa, quando le nostre vite appartenevano ancora al secolo scorso, James Cameron già pensava al futuro: fu allora che il regista di “Terminator” e “Titanic” cominciò a partorire l’idea di un film strabiliante, decisamente esagerato e irrealizzabile per la tecnologia degli anni 90. Ma ora finalmente Cameron e l’evoluzione tecnologica sono arrivati alla maturazione ideale per ricreare la visionaria ambientazione di Pandora, nuova frontiera per gli effetti speciali ma anche nuova frontiera per i colonizzatori umani del film, visi pallidi decisi a spazzare via la purezza di una civiltà indigena dove natura, animali e individui si fondono e si rispettano in un tutt’unico.

Gli arrivisti e speculatori terrestri vogliono il raro minerale sito su Pandora, ma per averlo devono convincere la popolazione locale, i Na’vi, ad andare via, anche a costo di sterminarli. Viene messo a punto un programma speciale che permette di collegare la mente di un essere umano a quella di un corpo geneticamente modificato, detto Avatar, in tutto e per tutto simile agli indigeni del pianeta. Jake Sully, un ex-marine, dovrà infiltrarsi in questo nuovo mondo per conoscere tutti i segreti dei Na’vi, fino a sentirsi totalmente catturato dalla bellezza e la civiltà di questo popolo e dallo splendido rapporto con tutto ciò che li circonda.

“Pocahontas” si dà appuntamento con “Balla coi Lupi” in una caleidoscopica flora e fauna, tra piante psichedeliche e animali di ogni genere, mentre negli occhi c’è ancora la scena del primo volo di Jake, e le emozioni trasmesse dall’incontro con la combattiva Neytiri. Come viene spiegato nel film, tutto ciò che i Na’vi vedono, lo vedono dal di dentro, attraverso le emozioni proiettate da ciò che li circonda: la stessa esperienza che avvolgerà lo spettatore in questa suggestiva sfida in 3D, dove il pubblico si ritroverà coinvolto dall’interno nella creazione di Cameron, che mette un altro paletto nella storia del cinema grazie ad una straordinaria suggestione di effetti speciali, per una volta non fini a se stessi, ma finalmente funzionali in una storia di grande impatto: guerra e pace, amore e rispetto, l’importanza della sintonia con un ecosistema che, come quello del nostro pianeta, andrebbe salvaguardato e non distrutto.

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3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Ale55andra ha detto:

    Sono appena tornata dal cinema. Sono ancora in trance. Veramente straordinario.

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  2. MonsierVerdoux ha detto:

    secondo me un film assai banale e con personaggi troppo stereotipati…visivamente una gran cosa, ma nei contenuti un pò povero (balla coi lupi, per restare a un film che hai citato, aveva tutt’altro spessore lirico e poetico). cmq ne ho scritto anche da me!

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  3. Lessio ha detto:

    Certo, niente a che vedere con la straordinaria poesia di Balla coi Lupi. A livello narrativo non c’è niente di nuovo, ma ho trovato la messa in scena strabiliante

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