Il titolo francese è “Partir”, ovvero “andare via”: un titolo sicuramente più significativo e meno furbo rispetto a quello scelto dalla distribuzione italiana, dal vago sentore truffautiano, che omaggia (inconsapevolmente?) Marguerite Duras. Scelta del titolo a parte (ma è un argomento che ci sta sempre particolarmente a cuore), il film di Catherine Corsini è una storia d’amore poco convenzionale ma molto intensa e coinvolgente, che ha dalla sua una straordinaria Kristin Scott Thomas, che già avevamo apprezzato in terra francese soprattutto nel bellissimo “Ti amerò sempre” (“Il y a longtemps que je t’aime”) di Philippe Claudel.
Suzanne, una donna inglese che vive da anni a Nîmes, in Francia, passa le giornate in una sorta di prigione dorata: una routine quotidiana asfissiante e noiosa, un marito ricco che può comprarle tutto, ma non le emozioni. Queste le premesse che spingeranno Suzanne tra le braccia di un operaio spagnolo, Ivan: quella che sembra una piccola avventura si trasforma in una passione sfrenata, l’occasione per la donna inglese di riprendere in mano la sua vita e lasciarsi tutto alle spalle pur di tornare a essere se stessa, anche se ciò dovrà comportare una rovinosa distruzione del suo mondo circostante.
Quando il desiderio irrompe nella vita quotidiana non c’è più nulla di certo: al cuore non si comanda, sembra voler dire la regista, che ci offre una visione dell’amore a metà strada tra la tragedia greca e i classici della letteratura russa, spiazzando lo spettatore con un finale particolarmente estremo. In realtà ciò che Catherine Corsini sembra voler dire è l’importanza di vivere delle proprie emozioni, anche se queste comportano un prezzo alto da pagare. Si ha come l’impressione che da un caldo abbraccio sotto il sole si levi una voce che urla: «e voi, cosa siete disposti a fare?».
pubblicato su Livecity
uscita in sala: 5 marzo 2010
"Mi piace""Mi piace"