Una tranquilla signora entra in pizzeria per ordinare da mangiare e finisce per essere mutilata sotto i colpi di un affilatissimo cartone per pizze. Questo l’incipit di “Cadaveri a Legna”, l’ottimo horror diretto da Luigi Marani, che riversa in questo cortometraggio di 30 minuti tutti gli ingredienti di quel cinema di genere che il nostro Paese per troppi anni non ha avuto il coraggio di produrre. Non è certo il coraggio che è mancato alla Yellow Bag, casa di produzione indipendente, che ha creduto nel progetto del regista Marani e dello sceneggiatore Damiano Brogna. Quel che ne esce fuori è un horror figlio dei grandi classici del genere: dagli schizzi di sangue e l’ironia del miglior Sam Raimi, alle atmosfere cupe e claustrofobiche del primo John Carpenter, il tutto accompagnato da musiche che strizzano l’occhio al Dario Argento dei bei tempi andati. A garanzia di tutto ciò, gli effetti speciali di Sergio Stivaletti, tra i migliori professionisti italiani del settore.
La pizzeria Nicola sembra aver cambiato gestione. Il vecchio pizzaiolo è stato rimpiazzato dal burbero Dado e da un inquietante gobbo, e le loro pizze hanno un sapore totalmente diverso: il condimento sono i clienti stessi, uccisi per poi essere riutilizzati in cucina… Sulle tracce dei due psicopatici c’è il timido giornalista Ramani, forse troppo inesperto per far fronte a questa ondata di malvagità, dietro la quale c’è però la triste storia di un passato fatto di abbandoni e disperazione.
Marani ci mostra le due facce della medaglia, quel cinema horror disgustoso e allo stesso tempo ironico, e lo fa attraverso le interpretazioni sopra le righe dei suoi personaggi, perfettamente in linea con lo stile intrapreso dal film. E se è vero che l’ingrediente fondamentale dell’impasto è l’amore, come recita il cattivissimo Dado, allora l’impasto realizzato da Marani, colmo di amore per il cinema di genere, è sicuramente di ottima fattura.
La locandina è fantastica, ahah! Io voglio vederlo!!
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