Il Vuelve a la vida, letteralmente “ritorno in vita”, è una ricetta messicana a base di pesce fresco che sembra efficacissima per superare le sbronze, da qui il suo nome. In una Acapulco sorridente e vitale c’è un personaggio che nell’ultima parte del secolo scorso ha lasciato il segno più di chiunque altro: Hilario Martinez, da tutti conosciuto come Cane Lungo: playboy, chitarrista, protagonista di aneddoti mirabolanti e di una vita goduta istante per istante. Nelle storie che raccontava al bar o ai figli c’erano sempre elementi sorprendenti, “effetti sonori” (simulava addirittura i rumori per immergere chi lo ascoltava nell’atmosfera) e probabilmente qualche balla di troppo: ma come in “Big Fish”, dietro ad ogni storia incredibile c’è sempre una verità.
Ed ecco il documentario di Carlos Hagerman, a rendere giustizia ad una delle figure più indelebili della memoria recente di Acapulco: Cane Lungo viene raccontato da amici, figli (ne aveva 8 naturali!) e parenti, che collegano la sua figura ad uno degli eventi più memorabili dei loro ricordi, la caccia ad uno squalo assassino organizzata proprio da Cane Lungo.
Un viaggio nel passato tra canzoni allegre e sbronze colossali: un viaggio a ritroso negli anni che lascia emergere una soffusa nostalgia per un periodo spensierato, divertente: Hagerman, insieme al figliastro di Cane Lungo, realizza un affresco assolato che stampa sorrisi sulle labbra del pubblico, motivo dei tanti applausi che hanno accompagnato i titoli di coda. In questo caso non serviva una “barca più grossa” per catturare lo squalo, ma solo la determinazione e la collaborazione di un gruppo di amici, ormai legati da un ricordo più grande di loro, e dall’immagine di Hilario “Perro Largo” Martinez.
pubblicato su Livecity