Capitolo 141

Ci ha lasciati Sidney Lumet ed è con un pensiero per lui che apro questo capitolo della rubrica. Ci lascia in eredità “La parola ai giurati”, “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, “Serpico”, “Onora il padre e la madre”, “Quinto potere” e quanti altri capolavori… E pensare che proprio questa settimana stavo per infilare nel lettore il dvd di “Serpico”, salvo poi cambiare programma. È a lui che dedichiamo questo capitolo, al grido di “Attica! Attica!”.

American Gangster (2007): Due ore e quaranta di una bellezza impressionante, un altro caposaldo nel già ricco filone dei gangster-movie. La storia vera del primo padrino nero della storia del crimine, con una serrata indagine contro la corruzione nel mondo della polizia, e un grande Russell Crowe messo di fronte ad un altrettanto imponente Denzel Washington. Ricordo che lo vidi al cinema per ben due volte, e me lo rivedrei di nuovo adesso, per quanto è bello.

Poetry (2010): I film orientali si sa, non sono mai così scontati e diretti che alla fine sono belli anche quando sembrano un po’ noiosi. I lunghi silenzi del cinema coreano ormai sono un’abitudine, e ci piacciono, e il finale è assolutamente bellissimo, però c’è qualcosa in questo film che non mi ha catturato. Ma si tratta assolutamente di un bel film ed è valsa decisamente la pena di arrivare fino a Testaccio per vederlo.

C’è Chi Dice No (2011): Commedia italiana che cerca di denunciare uno dei mali silenziosi del nostro Paese, i raccomandati, che scalzano senza merito chi davvero meriterebbe un posto di lavoro. Non si ride molto, però il film è simpatico, niente di particolarmente eccezionale, ma carino.

American Pop (1981): Trent’anni fa, mentre il sottoscrivo nasceva, nei cinema girava un capolavoro di questa portata, che non so perché non avevo mai sentito prima di questa settimana. Un film d’animazione, in rotoscope, realizzato dal quel geniaccio di Bakshi: un’epopea lunga un secolo, in cui l’America è lo sfondo sul quale si muovono quattro generazioni di una famiglia di artisti-musicisti, accompagnati dalle canzoni di Bob Dylan, Janis Joplin, Doors, Jefferson Airplane, Hendrix e quanti altri… Capolavoro di note ed emozioni, mi chiedo come abbia fatto a vivere fino ad oggi senza averlo mai visto.

Rasputin (2011): Film italiano piuttosto rischioso, molto sperimentale. Dei bellissimi quadri in movimento, con sovrapposizioni su sovrapposizioni: immagini, voci, luci. Talmente tante sovrapposizioni che ad un certo punto mi aspettavo di vedere pure Zambrotta sovrapporsi sulla fascia, come nella gloriosa estate del 2006… Vabbè, a parte l’aspetto tecnico, molto interessante, il film è scritto male, interpretato male, e quindi va bene sperimentare e tutto, però sarebbe bello vedere qualcosa che andasse oltre l’esercizio di stile.

Little Miss Sunshine (2006): Un gioiello. “Fa’ quello che ami e vaffanculo tutto il resto” è una frase che andrebbe scolpita nel marmo. Film corale di valore assoluto, un road movie di quelli che amo tanto, con moltissime risate e spunti di riflessione. Attori strepitosi, trovate favolose ed un pulmino giallo che è un cult. Stupendo.


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