Capitolo 158

Ultima settimana di agosto finalmente. Il Festival di Venezia è alle porte, e con esso la nuova stagione (cinematografica e non solo). È settembre il mese in cui festeggio il mio personale capodanno, non gennaio, ma adesso, il momento in cui azzeriamo le lancette del nostro orologio interiore per affrontare dodici mesi totalmente nuovi da riempire con ciò che più amiamo: persone, viaggi, film, canzoni, libri e chissà che altro. E visto che vi prendete tutti gli auguri che vi fanno a gennaio, prendetevi pure questi: buon anno!

Come ammazzare il capo e vivere felici (2010): Il titolo italiano fa schifo, anche quello inglese per carità (“Horrible Bosses”), ma quello italiano è come al solito pessimo. Ne parlavano come la commedia dell’anno, e per questo mi ha un pochino deluso: sì, si ridacchia qua e là, ma in fin dei conti c’è ben poco di realmente divertente. Ottimo Jamie Foxx, anche in un piccolissimo ruolo.

Pink Subaru (2011): Opera prima di un regista giapponese residente in Italia, e ambientata sul confine tra Israele e Palestina. Ricorda vagamente “Ladri di biciclette”, ma sotto forma di commedia, con il furto di un macchinone giapponese al centro della vicenda. C’è ritmo, il film è divertente ed è una festa di colori e personaggi: al cinema dal 2 settembre, è un bel modo per ricominciare dopo le vacanze.

Fright Night (2011): Da bambino mi ero divertito molto con “Ammazzavampiri” e ora questo remake mi ha fatto fare parecchie risate. Non è merito di Colin Farrell (sicuramente migliore in “Come ammazzare il capo” che qui), ma soprattutto di David Tennant, che ruba la scena a tutta la banda con un personaggio totalmente sopra le righe e piuttosto spassoso. Certo, personalmente odio il 3D, e non mi sento di consigliarvi di andare a spendere 10 euro per vedere un film seppur piacevole e divertente (non sarei andato a vederlo neanche io se non si fosse trattato di una proiezione stampa). Ma non è colpa mia, è colpa di questa industria maledetta: il film ci sta, ma il prezzo del 3D non merita i soldi spesi.

Miami Supercops (1985): Non so neanche io perché ho deciso di rivedermi un film che conosco a memoria, ma che non vedevo da tempo. È praticamente l’ultimo vero film del ciclo di Bud Spencer e Terence Hill, miti della mia giovinezza: vederlo adesso mi ha fatto notare un velo di malinconia in tutta la pellicola, più poliziesco che commedia, con un finale pieno di amicizia e bei sentimenti piuttosto che di broncio e insofferenza come nei finali dei loro film storici (da Trinità a “Altrimenti ci arrabbiamo”). Un bel poliziesco, con due attori che hanno fatto epoca, praticamente la fine di un ciclo indimenticabile.

fri

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