Tanta Italia in questo capitolo, ma anche tanti alieni, e soprattutto tanto cinema: non posso sospendere la rubrica per una settimana ed ecco cosa succede, mi ritrovo sommerso da film di cui parlarvi, dall’operazione nostalgia di Spielberg-Abrams alla fantascienza made in Italy, da un vecchio dvd che non ho mai dimenticato a tutto il resto. Settembre è cominciato da un po’, la vita ha ripreso i suoi ritmi, e io ho cominciato il mio ultimo mese prima dei 30. Meno male che ci sta il cinema.
Cose dell’Altro Mondo (2011): Comincio seriamente a pensare che Valerio Mastandrea sia uno dei miei attori preferiti, perché praticamente ogni film con lui lo trovo assolutamente interessante, e perché ogni suo ruolo è sempre perfetto. In questo film, dove in una città del Veneto (e in tutta Italia) spariscono improvvisamente tutti gli extracomunitari, si ride il giusto, ma c’è anche spazio per uno sguardo sull’Italia di oggi, multietnica e allo stesso tempo un po’ xenofoba. Ci sta.
Terraferma (2011): L’ultimo di Crialese era uno dei film più attesi di questo inizio di settembre, e il nostro Emanuele, fresco di premio della giuria a Venezia, non ha deluso: una storia potente, la vita di un paese di mare, su un’isola (Lampedusa?), dove si vive di pesca, di stenti e di turismo, almeno finché non arrivano i barconi dei clandestini ad interrompere la routine. Alcune scene sono di una bellezza incredibile: su tutte la gita notturna in barca del protagonista, oltre al bel finale, che viene immediatamente seguito da una bella cover di “Le vent nous portera” dei Noir Desir.
L’Ultimo Terrestre (2011): Altro film italiano sui diversi, se così si possono definire gli extraterrestri di questo film, oltre al suo protagonista, solo in mezzo al nulla del suo quotidiano. Bellino, piace l’idea di fondo anche se dà l’impressione di essere un po’ troppo pessimista: una Karma Police che arriva dallo spazio per salvare l’Italia dallo schifo. Se davvero dobbiamo aspettare gli alieni per cambiare il Paese, allora stiamo freschi… Opera prima incoraggiante per Gipi, di professione vignettista.
The Eagle (2011): A volte ritornano. Parlo dei film sugli antichi romani, che ogni tanto sbucano fuori nella programmazione cinematografica, un po’ come alcuni tifosi di calcio che rispuntano fuori solo quando la loro squadra trova una rara vittoria. Il film non è malaccio, alcune scene sono interessanti (bella la battaglia dentro il fiume), ma non è assolutamente niente di memorabile. Si può tranquillamente affermare che “The Eagle” sta a “Il Gladiatore”, come la Lazio sta alla Roma: non c’è paragone.
L’Arrivo di Wang (2011): Ultimo film dei Manetti, una bella, sana dose di fantascienza all’italiana che nessuno ha mai il coraggio di proporre. Girato a basso budget, con una bella idea di fondo, da un lato omaggia il cinema americano anni 50, dall’altro (ri)apre le porte al cinema di genere in Italia, che da noi non si fa mai abbastanza. Visto durante la rassegna “Venezia a Roma”, spero davvero che arrivi in sala nei prossimi mesi.
Super8 (2011): Omaggione al cinema per ragazzi di trent’anni fa, quello del suo massimo esponente, Steven Spielberg (qui in veste di produttore). C’è un po’ di “E.T.” senza emozionare quanto “E.T.”, c’è un vago riferimento a “i Goonies” senza però valere neanche un po’ “i Goonies”, oltre ad un accenno di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” senza la forza di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Nonostante questo mi è piaciuto, ma è un po’ un surrogato di un certo tipo di cinema che, perdonatemi il cliché, non lo fanno più come una volta. Abrams però è bravo, quanta voglia mi ha rimesso di tornare ragazzino e sognare storie d’avventura con gli amici.
Alta Fedeltà (2000): Uno dei dvd che ho visto più volte, l’ho rivisto dopo tanti anni per un semplice motivo: mi sto rileggendo l’omonimo libro di Nick Hornby (il mio libro preferito) per la quarta volta, e ogni volta mi sembra bello come la prima volta, forse anche di più, perché ora ho quasi l’età del protagonista, e capisco molto di più di musica, e quindi riesco ad immedesimarmi ancora di più se necessario. Il film è adorabile, non vale quanto il romanzo, ma è una splendida ora e mezza da passare con ottima musica e John Cusack (e Jack Black!). C’è pure una comparsa di Bruce Springsteen nel ruolo di se stesso, ma cosa si può volere di più? Un bellissimo film, da vedere davanti ad una pizza insieme agli amici, o con la ragazza, o con il cane, o da soli, purché lo vediate.
Carnage (2011): L’ultimo di Polanski, bellissimo. Il figlio di Kate Winslet e Christoph Waltz (che mito) picchia il figlio di Jodie Foster e John C. Reilly, e i rispettivi genitori si incontrano per risolvere in modo conciliante e maturo la questione. Dietro la facciata di sorrisi e buone intenzioni si riveleranno le personalità dei protagonisti, fino ad esplodere in una lite furibonda. Tutto ambientato in una stanza, il peso del film è assolutamente sulle spalle dei quattro formidabili protagonisti, assolutamente favolosi. Un gioco delle coppie che mescola continuamente le squadre, giungendo ad uno spassoso tutti contro tutti. Va giù liscio, e diverte. Senza dubbio il film della settimana (tra quelli usciti al cinema, si intende).


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