Festival di Roma (Giorno 8): Tempo di pronostici!

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Oggi sono stati presentati gli ultimi film in concorso (l’italo-croato “Tir” e l’anglo-spagnolo “Another Me”, quest’ultimo tra i meno apprezzati film in concorso). Il Festival è praticamente agli sgoccioli, sale già un po’ di nostalgia per quelle quattro mura che ogni anno si trasformano in una seconda casa, alimentando in tutti noi appassionati o giornalisti la grande malattina che è il cinema. Si concluderà domenica con il film di chiusura di Benny Chan e le repliche dei film vincitori l’ottava edizione del Festival, una delle più interessanti di cui ho memoria (e ve lo dice uno che c’è sempre stato, dal 2006 con Scorsese e Di Caprio a quest’anno con Joaquin Phoenix e Wes Anderson). Domani, oltre al secondo film di Takashi Miike (“Blue Planet Brothers”, fuori concorso), sarà il momento di aggiornare il palmares del Festival: appuntamento alle 19 con la cerimonia di premiazione. Come sempre, chiuso il concorso, ci buttiamo sui pronostici. Spesso ci ho preso, altre volte ho sbagliato tutto. Vediamo un po’ come va stavolta, anche se i dubbi sono moltissimi.

Miglior Film: Qui c’è da chiarire una cosa, ovvero se “Her” e “Dallas Buyers Club” sono stati inseriti in concorso per dare maggiore prestigio al Festival, o per essere evidentemente premiati. Questo perché la loro qualità è senza dubbio superiore a qualunque altro film in concorso, nonostante il livello medio-alto delle altre pellicole. Di conseguenza, il mio favorito è sicuramente “Her” di Spike Jonze, ma in realtà chi vincerà? Tra i film “minori” l’outsider potrebbe essere “Volantin Cortao” dell’accoppiata Ayala-Jofré.

Migliore Regia: Scelta difficile anche qui. Belle regie se ne sono viste, dal Tayfun Pirselimoglu di “I’m not him” al romeno Andrei Gruzsniczki di “Quod erat demonstrandum”. Se non vincono gli americani (favoriti su tutto), allora la butto là: dico Guido Lombardi per “Take Five”.

Premio Speciale della Giuria: Come sopra. Se non vincono gli americani anche qui (quindi “Her” o “Dallas Buyers Club”, escludendo “Out of the furnace” che non mi è piaciuto), mi butto sul romeno “Quod erat demonstrandum”.

Miglior attore: Non ho dubbi, fosse per me il premio andrebbe allo strepitoso Joaquin Phoenix di “Her” (su cui non penso abbia dubbi anche il presidente di giuria James Gray, che ha lavorato con l’attore in due film). Ma siccome non sono io a dare i premi, la scelta potrebbe anche essere più “politica”, e cadere su un italiano (si vocifera il Filippo Timi de “I Corpi Estranei”, ma tenderei ad escluderlo).

Miglior attrice: Qui è un po’ più difficile. L’unico personaggio femminile veramente importante è la Sophie Turner di “Another Me”, ma il film è tra i peggiori del concorso, e questo potrebbe penalizzarla. E allora potrebbe forse vincere Helle Fagralid per “Sorrow and joy”.

Miglior interprete emergente: Beh, se non vince come migliore attrice, allora questo potrebbe essere il giusto premio per Sophie Turner. Oppure uno dei giovani protagonisti del cileno “Volantin Cortao”?

Miglior contributo tecnico: La sparo: il direttore della fotografia di “I’m not him” oppure quello di “Quod erat demonstrandum”.

Migliore sceneggiatura: Vabbè, fosse per me e per tutti noi un premio di questo tipo lo darei direttamente nelle mani di Takashi Miike per lo strepitoso “The Mole Song”, frizzante, assurdo, totalmente folle. Alla fine spero comunque che lo vinca “Her” (ma occhio a “Take Five”).

Premio del pubblico: Il pubblico non può non essersi innamorato del meraviglioso “Her” di Spike Jonze. Altri film non credo possano spuntarla (ma occhio a “Dallas Buyers Club”).

Sophie Turner

Takashi Miike

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