Si è conclusa ieri sera la 21° edizione del Festival Arcipelago, rassegna internazionale dedicata al cortometraggio. Quest’anno tante le novità proposte da Arcipelago, a cominciare dalla sede, l’Ambra alla Garbatella, dove si sono visti per cinque giorni ottimi film e respirato l’aria di casa. Quattro le categorie premiate: miglior cortometraggio internazionale, miglior cortometraggio italiano, miglior web series, miglior documentario.
Magnesium (Sam De Jong): Il cortometraggio dell’olandese Sam de Jong è il miglior corto internazionale. La storia di una giovane ginnasta, Isabel, che lavora e si allena ogni giorno per raggiungere la qualificazione ai Campionati Europei. Quando scopre di essere incinta, capisce che l’unico modo per continuare a sognare il suo obiettivo è l’aborto. Regia intensa, soltanto piani strettissimi sullo sguardo e sulle emozioni della giovane e bravissima protagonista. Da applausi.
Ammore (Paolo Sassanelli): Il miglior corto italiano è di Paolo Sassanelli. Una storia di abusi, di infanzie rubate, come quella di Rosy, una bambina che fa di tutto per sembrare più grande. Una mattina la piccola decide di riprendersi la sua infanzia, un segreto inconfessabile, rimasto chiuso con lei dentro una stanza, mentre il padre/lupo continua a bussare.
Event Zero (Carlo Ledesma): La miglior web serie viene dall’Australia. Il deragliamento di un treno raccontanto da sette punti di vista differenti.
Casa (Daniela De Felice): Il miglior documentario è un gioiello. Il lavoro della adorabile Daniela De Felice è più vero della realtà: la regista attinge dai suoi ricordi personali e firma un’opera intensa, dolcissima, a tratti nostalgica e malinconica, ma senza mai scadere nel facile sentimentalismo. La storia comincia quando la madre decide di vendere la loro casa d’infanzia, quella dove sono cresciuti lei e suo fratello e dove loro padre è morto dieci anni prima. Un tuffo tra i ricordi, accompagnato dalla dolcezza delle animazioni e dal racconto di Daniela. Sincero e meraviglioso.
Inoltre ci teniamo a segnalare alcuni film che non hanno vinto, ma comunque degni di nota:
Sonntag 3 (Jochen Kuhn): Un film d’animazione semplice ma efficace. Il protagonista entra in un bar per incontrare la misteriosa donna con la quale si invia lettere da settimane, scoprendo che si tratta in realtà della cancelliera tedesca in cerca di coccole.
Les Lézards (Vincent Mariette): Simpaticissimo cortometraggio francese. Un uomo ha appuntamento in un bagno turco con una donna conosciuta in chat: insieme ad un suo amico aspettano la ragazza, nel frattempo i due fanno incontri particolari e si raccontano. Bellissima la fotografia in bianco e nero, splendida l’atmosfera. Non è un caso se il cinema francese è tra i migliori al mondo.
Rhinos (Shimmy Marcus): Una sorta di Before Sunrise (tra l’altro citato all’interno del film) in salsa irlandese. Un ragazzo di Dublino e una ragazza tedesca si incontrano per caso in un parco. Lui non parla tedesco e lei non parla inglese, ma riusciranno in qualche modo a comunicare, grazie agli animali di uno zoo, i dvd e soprattutto la musica. Malinconico e dolce, ci lascia con un sospiro. Bellissimo.
The Highest Cost (Matteo Brunetta): Il documentario dell’italiano Matteo Brunetta è incentrato su due vigili del fuoco reduci dell’11 settembre, John e Jeff. Dopo mesi di lavoro in mezzo alle macerie, hanno contratto un tumore. Ora, dopo tanti anni, si ritrovano a lottare per le loro vite e contro quel governo, il loro governo, che gli ha abbandonati al loro destino. Un’opera matura, interessante, che alterna immagini d’archivio alle agghiaccianti testimonianze dei protagonisti, e di chi quel giorno l’ha vissuto sulla sua pelle. Il materiale è così potente che sarebbe interessante approfondirlo con un un lungometraggio. Ad ogni modo il documentario di Brunetta è un lavoro completo, merita applausi e riconoscimenti.
🙂
"Mi piace""Mi piace"