Poche ore all’inizio del Sundance Festival, punto di riferimento per il cinema indipendente americano e non solo. La kermesse, fondata da Robert Redford, ogni anno regala gioielli e piccoli grandi capolavori, basti pensare ad alcuni dei titoli visti a Park City negli anni passati: “Clerks”, “Memento”, “Il calamaro e la balena”, “Me and you and everyone we know”, “Frozen River”, “Man on wire”, “Winter’s bone”, “Animal Kingdom”, “Tyrannosaur”, “Another Earth”, “Re della Terra Selvaggia”, “Searching for Sugar Man”, per citarne alcuni. Da domani, fino al 26 gennaio, altro giro, altra corsa: sono oltre 120 i film presenti in cartellone, dalle anteprime mondiali ai documentari, ad una sezione apposita dedicata a film già visti in altri festival. Insomma, c’è un po’ di tutto. Andiamo a vedere quali sono i film più attesi, nella speranza di vederli prima o poi anche sugli schermi dei cinema italiani.
Boyhood (Richard Linklater): La trilogia dei “Before” ci ha emozionato per quasi vent’anni. Ma non è l’unico progetto di Linklater basato sul passare del tempo: le riprese di questo nuovo film sono cominciate nel 2002 e sono finite soltanto due anni fa. La storia è quella di una coppia divorziata (Ethan Hawke e Patricia Arquette) e l’impatto che hanno sul loro figlio, che nella storia (e nella realtà) cresce dall’infanzia fino all’adolescenza.
Frank (Lenny Abrahamson): Dopo la quasi certa nomination agli Oscar con “12 anni schiavo”, Michael Fassbender si mostra in una versione totalmente differente. Il film è la trasposizione in commedia della vera storia di Chris Sievey, un comico che decide di guidare una band musicale attraverso un alter ego (perennemente nascosto sotto una maschera di cartapesta). Uno dei titoli più interessanti in concorso al Festival.
Finding Fela (Alex Gibney): Documentario sulla figura di Fela Kuti, il musicista nigeriano che ha portato alla ribalta la musica Afrobeat. Ritmo, politica, amore, scenari suggestivi: la vita di Fela Kuti contiene abbastanza materiale per un documentario indimenticabile (non a caso a Hollywood è in lavorazione un biopic).
I Origins (Mike Cahill): Il film d’esordio di Cahill, “Another Earth”, era un vero e proprio gioiello cinematografico, vincitore del premio speciale della giuria proprio al Sundance (nel 2011). Cahill adesso ha scritto, diretto, prodotto e montato questo nuovo film a proposito di un biologo molecolare che insieme alla sua collega di laboratorio scopre qualcosa che potrebbe avere conseguenze drammatiche per la società.
Laggies (Lynn Shelton): Dalla regista di “Humpday” una nuova commedia stavolta incentrata su una sorta di sindrome di Peter Pan che colpisce la protagonista, interpretata da Keira Knightley, una ventottenne che vive ancora come un’adolescente.
Life Itself (Steve James): Uno dei film più attesi è il documentario dedicato alla vita di Roger Ebert, l’unico critico cinematografico ad aver vinto il premio Pulitzer. Già questo è un buon motivo per volerlo vedere. Aggiungeteci Martin Scorsese tra i produttori (e gli intervistati), e l’attesa si fa spasmodica. Per gli amanti del cinema e delle parole che si spendono sopra i film, è una pellicola imperdibile.
The trip to Italy (Michael Winterbottom): Tra i registi di punta di questa edizione del Sundance, Winterbottom propone un documentario (a grandi tratti mockumentary) che segue la coppia Steve Coogan e Rob Brydon in un viaggio on the road dalla Liguria fino a Capri.
Wish I was here (Zach Braff): Dopo l’apprezzatissimo “La mia vita a Garden State”, Zach Braff (lo ricorderete nei panni di JD in “Scrubs”) torna dietro la macchina da presa con una nuova commedia finanziata interamente attraverso una raccolta fondi attuata sul web.