Recensione “Il nome del figlio” (2014)

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Tratto da una commedia teatrale francese, poi divenuta film in patria nel 2012, la divertente cena tra amici viene proposta ora anche in Italia, sotto la direzione di Francesca Archibugi, che torna dietro la macchina da presa 7 anni dopo il bellissimo “Questione di Cuore”. Quello italiano è sì un remake vero e proprio, ma al tempo stesso riesce ad adattare il tema portante della piece ai costumi culturali e sociali del nostro Paese. Per tutto il film inoltre si avverte una sorta di nostalgia soffusa per quel magico tempo dell’adolescenza al quale i protagonisti restano aggrappati per sfuggire al quotidiano che, se non grigio, è ovviamente meno spensierato di una volta: eloquente in tal senso la scena in cui gli amici di un tempo cantano e ballano sulle note di “Telefonami tra vent’anni” di Lucio Dalla, come a voler aprire per un momento una parentesi di felicità sulla loro giovinezza, per tenere a bada gli orrori e i rancori del presente. Il cinema italiano ama sempre ricordare i “giorni felici”, ed è qui l’innovazione della pellicola della Archibugi rispetto ai suoi referenti transalpini.

Paolo, ricco ed egocentrico agente immobiliare, viene invitato con sua moglie Simona a casa della sorella di lui, Betta, e di suo cognato Sandro. Con loro c’è anche Claudio, eccentrico musicista, da sempre ago della bilancia tra i precari equilibri degli altri due uomini, migliori amici da sempre, in un costante rapporto di amore/odio. Sembrerebbe una bella serata tra vecchi amici, ma nel momento in cui Paolo annuncia il nome del figlio che sta per avere, la cena si trasforma in una lunga notte di discussioni, confessioni e scomode verità.

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. Ivan ha detto:

    Ne ho sentito parlare molto bene finora…lo vedrò!

    "Mi piace"

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