Capitolo 237

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E alla fine arrivò marzo, con la notte degli Oscar, le elezioni e i primi giorni caldi dopo una gelida coda invernale. Sugli Oscar abbiamo detto di tutto e di più, quindi non aggiungerò mezza parola, mentre qualcosa da dire ce l’ho a proposito delle ultime visioni di questo periodo, tra Netflix, dvd, film rivisti e cose più o meno nuove. In questo capitolo ho pure aggiunto la voce “serie tv”, ancora poi dite che parlo solo di film…

L’immortale (2017): Il tocco inconfondibile di Takashi Miike, uno dei più prolifici registi giapponesi (del mondo?), ma c’è molto di più oltre a fiotti di sangue e arti mozzati. Ci sono cinquanta sfumature di vendetta, filosofia orientale, riflessione profonda sulla vita e la morte. Bel film, un po’ troppo lungo forse (si poteva tagliare qualcosa oltre a mani e gambe), ma davvero bello. Miike è sempre una garanzia.

Susanna (1938): Una sera la mia ragazza mi fa: “ho voglia di vedere un bel film in bianco e nero, un classico di quelli che ti hanno fatto studiare all’università”. E così penso che uno dei primi film visti al Dams, oltre che uno dei più belli, è stata questa intramontabile commedia di Howard Hawks, con Katherine Hepburn, Cary Grant e un… leopardo! Tra l’altro è in streaming sul sito della Rai. Non lo vedevo da una quindicina d’anni: sarà anche un film del ’38, ma ancora oggi dà lezione di cinema a tutti. Avercene di pellicole così divertenti.

Mudbound (2017): Al Festival di Roma non lo vidi pensando che tanto entro pochi giorni sarebbe uscito su Netflix. Poi sono arrivate le quattro nomination agli Oscar, ma continuavo ad aspettare. Alla fine mi sono deciso a vederlo ed è un buonissimo film sul tema del razzismo negli Stati Uniti degli anni 40: per niente scontato e non troppo retorico. Piaciuto.

The Party (2017): Fino all’altro giorno sembrava che su questo film ci fosse una maledizione: al Festival di Roma, per un motivo o per l’altro, mi sono perso entrambe le proiezioni. Poi a febbraio è arrivata l’anteprima stampa, stavo per andarci quando ho avuto un imprevisto. Quindi mi sono detto: ok, non riuscirò mai a vederlo. E invece… ce l’ho fatta! Commedia bellissima, corta (1 ora e 10), girata in un solo ambiente (la casa di Kristin Scott Thomas), cast brillante e situazioni paradossali. Una delle cose migliori viste ultimamente.

Guardiani della Galassia (2014): Un mio amico, quando ha saputo che mi sono visto un film della Marvel, ha commentato: “Ecco perché non smette più di piovere”. Ma ogni tanto anche io ho bisogno di cambiare genere, di sondare prodotti di successo, di verificare i miei gusti. L’ho trovato carino, Zoe Saldana (anche se qui è tutta verde!) si conferma una delle 438 donne della vita, ma questo tipo di film non mi piacerà mai, a meno che non ci siano cavalieri Jedi e spade laser. Ha il merito di non prendersi troppo sul serio, motivo per cui sono riuscito a finirlo senza troppi patemi. Caruccio.

Tutti vogliono qualcosa! (2016): Cinque mesi fa, per il mio compleanno, alcuni amici mi avevano regalato il dvd di questo splendido film di Linklater e ancora non avevo avuto tempo e modo di rivederlo. Ieri sera si è presentata l’occasione perfetta per passare due ore nostalgiche in questo mirabolante ultimo weekend prima dell’inizio del college, insieme ad un gruppo di irriducibili e divertentissimi yes men. Tante risate ed un finale meraviglioso. Che bello quando ti capita di vedere il film giusto al momento giusto.

SERIE TV: Allora, in queste ultime due settimane mi sono ritrovato a vedere qualcosa qua e là su Netflix. Sarò breve. “Everything Sucks” è il goffo tentativo di riproporre gli anni 90, ma è troppo adolescenziale e pieno zeppo di cliché cinematografici che trovo sempre stucchevoli. “Devilmen Cry Baby” è una serie d’animazione sul celebre cartone della nostra infanzia: bellissimo, disperato, tristissimo, assolutamente non adatto ai bambini (sesso, violenza e sangue a go go). Una sorpresona. Su consiglio di uno dei miei spacciatori cinematografici di fiducia ho visto una puntata di “Black Mirror”, ossia “Hang the DJ” (4×04), che ho trovato geniale e davvero splendida (forse superiore addirittura alla tanto celebre “San Junipero”). Che altro? Ho visto la prima puntata di “Easy”, in cui si respira moltissimo cinema indie (infatti l’autore è Joe Swanberg), penso proprio che andrò avanti nella visione e poi ho piacevolmente riguardato il primo episodio di “Love”, visto che il 9 marzo arriva la terza stagione, ed è stato bellissimo ritrovare Mickey (anche lei nella lista delle 438 donne della mia vita).

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