
Pioggia. Piumone. Pigiama. La lettera P è decisamente la protagonista di questo eccellente novembre cinematografico, ricco di visioni, revisioni e anteprime al cinema, ovvero Proiezioni stampa (tanto per restare in tema con la P). Tuttavia la lista di film da vedere che tengo sulla mia scrivania non tende a scemare, anzi, si rimpolpa giorno dopo giorno, come quell’incantesimo in Harry Potter, che come tocchi una cosa questa si duplica. Con i film succede lo stesso: come ne vedi uno, te ne ritrovi altri tre che vorresti vedere. Meno male che l’inverno sta arrivando…
Animali fantastici e dove trovarli (2016): Dopo essermi sparato la saga di Harry Potter in pochi giorni mi era venuta la curiosità di vedere questa nuova saga ambientata in quello stesso universo. Carino, ma non ho ritrovato né la stessa magia, né la stessa ispirazione. Dimenticabile.
Giovani, carini e disoccupati (1994): Strepitoso esordio alla regia per Ben Stiller, in un film che somiglia tantissimo ad una pellicola di Richard Linklater (e detto da me è un enorme complimento, lo sapete): sarà stato Ethan Hawke, sarà l’ambientazione texana e l’atmosfera indie, ad ogni modo è davvero un film bellissimo (Winona Ryder inoltre è magnifica, ma questo già lo sapevamo).
La ballata di Buster Scruggs (2018): Uno dei migliori film dei Coen degli ultimi 10 anni: ispiratissimo, coinvolgente, coerente sia con la loro cinematografia sia tra gli stessi episodi da cui è composto. Il teatro tragico della vita, dove il destino fa ciò che vuole, nonostante i nostri piani siano ben altri. Di ogni episodio avrei voluto vedere un lungometraggio. Magnifico.
Bohemian Rhapsody (2018): Se ne sono sentite parecchie a proposito di questo film. I Queen sono stati la prima band che ho ascoltato, la prima che abbia amato in vita mia, quindi ho visto il film sia con molta paura che con molta speranza. Il verdetto è positivo: nonostante alcune incongruenze cronologiche e lo sguardo di Brian May e Roger Taylor dall’alto della produzione, è proprio un bel film. Malek è clamoroso.
Un giorno all’improvviso (2018): Altro grandissimo esordio è quello di Ciro D’Emilio, in un film sorprendente per la sua maturità, sia nella scrittura che nella messa in scena. Ciro tra l’altro è stato mio collega universitario e già ai tempi era un regista molto promettente: è bellissimo constatare i passi da gigante che ha fatto. Splendido film.
La donna elettrica (2018): Quello che potrebbe sembrare terreno fertile per un dramma di denuncia è in realtà una commedia, divertente nelle sue trovate fantasiose quanto lucida nell’affondare il colpo su ciò che vuole raccontare. Se a Natale al cinema avrete voglia di vedere qualcosa di diverso dalle solite commedie fracassone o da film d’azione improponibili, questo bel film islandese dovrebbe fare al caso vostro.
Il Laureato (1967): La settimana scorsa ho letto il libro di Charles Webb, senza dubbio un buon libro, ma l’ho trovato forse un po’ troppo freddo. Uno di quei rari casi in cui è il magnifico film a far esplodere il potenziale della storia (e non viceversa). Uno dei miei film della vita: una ribellione totale contro i diktat borghesi, il rifiuto nei confronti di un futuro già deciso da altri e soprattutto uno dei finali più belli dell’intera storia del cinema.
