Un bel giorno mi arriva un messaggio da una delle mie fonti più attendibili: “Guardati la Signora Maisel su Prime, te ne innamorerai”. Una premessa del genere meritava curiosità e attenzione, e così, senza sapere neanche di cosa parlasse, ho cominciato a vederla. Pochi giorni fa ho finito la seconda stagione e ora provo quel tipico senso di abbandono che ti assale quando finisci una serie che hai amato: fortunatamente la terza stagione è già in cantiere, anche perché dopo i vari premi ricevuti sarebbe impossibile non mandarla avanti (su tutti i Golden Globe come migliore serie tv commedia e i due consecutivi alla strepitosa protagonista Rachel Brosnahan).
Miriam Maisel è una ricca donna ebrea della New York di fine anni 50. Suo marito Joel si diletta, senza successo, nel cabaret e dopo una serata particolarmente difficile confessa alla sua amorevole moglie di avere un’amante e di voler andare a vivere con lei. La signora Maisel, dopo essersi ubriacata, torna nel locale dove si era esibito suo marito e quasi per caso si ritrova sul palco a parlare di questa situazione, provocando le risate fragorose del pubblico. Quella sera la vita di Miriam, detta Midge, cambia per sempre, cercando per la prima volta di aprirsi un varco in un mondo dominato dagli uomini e dalle aspettative della società nei suoi confronti.
“La Fantastica Signora Maisel” sembra l’incontro ideale tra l’umorismo caustico di Woody Allen e “Funny Girl” di Nick Hornby, in una serie pressoché perfetta, dove si ride tantissimo e al tempo stesso ci si emoziona di cuore. La creatrice Amy Sherman-Palladino, già celebre per la sitcom “Pappa e Ciccia” e soprattutto per il telefilm cult “Una mamma per amica”, fa di nuovo centro con quella che, senza esagerazioni, si può definire una delle serie più belle, intelligenti e divertenti degli ultimi anni. Cominciatela subito, ve ne innamorerete anche voi!
