Festa del Cinema di Roma 2024: Thursday Night (Quasi Live)

Festa del Cinema di Roma 2024 – Giorno 2: Come passa il tempo quando ci si diverte eh? Sembrano passati pochi minuti da quando oggi uscivo di casa alle 15 per mandare giù tre film, uno dopo l’altro, ognuno a suo modo molto atteso. E invece l’ultimo titolo della tripletta di oggi è terminato alle 23 al Cinema Giulio Cesare (quartiere Prati), dopodiché sono corso alla fermata dell’autobus per prendere al volo la navetta sostituiva della Metro A (che chiude alle 21) e raggiungere Termini in tempo per prendere l’ultima metro B (che chiude regolarmente alle 23.30). Arrivato a casa a mezzanotte, come Cenerentola, ho dovuto darmi una sciacquata, mangiare quel che trovavo in frigo, accendere il pc e mettermi a scrivere queste righe, con la sveglia che incombe sul mio sonno alle 7.30, visto che domani c’è la prima vera matinée di questa Festa del Cinema: mannaggia a me e a quanto amo vedere film! In tutto ciò, invece di parlarvi di cinema, che è il motivo per cui presumo che siate su questa pagina, sto qui a scrivere una noiosa introduzione che mi ha già fatto perdere 3 preziosissimi minuti di sonno, praticamente oro puro. Passiamo alle cose serie, forza.

Il primo film di oggi è Nickel Boys di RaMell Ross, adattamento cinematografico del Premio Pulitzer di Colson Whitehead, che sembra abbiano letto tutti tranne io. Siamo in Florida, negli anni 60, e gli adolescenti afroamericani Elwood e Jack (da non confondere con i quasi omonimi fratelli Blues) sono condannati a scontare una pena in un riformatorio nel quale i responsabili non si fanno molti problemi a sfogare ogni tipo di atrocità nei confronti dei ragazzi. Il film è girato quasi interamente in soggettiva, alternando il punto di vista dei due protagonisti: un’idea originale ma al tempo stesso rischiosa, ed è forse la scelta meno convincente del film. Al di là dei virtuosismi di regia, che tendono forse a distrarre un po’ troppo lo spettatore e ad anteporre talvolta la messa in scena ai danni della vicenda, che storia, che potenza, che bel cinema. La buona notizia è che il film di Ross approderà su Prime Video.

Alle 19, sempre all’Adriano (ah già, ho omesso di dire che nessuno dei film di oggi era in programma all’Auditorium e mi sono quindi sbattuto tra il cinema Adriano e il Giulio Cesare), ho potuto vedere l’opera seconda da regista di Jesse Eisenberg (anche attorie): A Real Pain, una dramedy incentrata su due cugini in viaggio verso la Polonia per ritrovare le radici della loro famiglia (la nonna durante la guerra era stata rinchiusa in un campo di concentramento). Il film sembra essere talmente compiaciuto dei suoi dialoghi che a un certo punto sembra parlarsi addosso, incastrando i due personaggi principali all’interno di uno script che gli riduce a macchiette e che non sembra mai riuscire a trasformarsi in qualcosa di più solido. Non ci sono svolte e i personaggi non hanno un percorso particolare, una linea, un cambiamento: il film di Eisenberg non decolla praticamente mai, nonostante un buonissimo potenziale e un Kieran Culkin perfettamente a suo agio nel ruolo del cugino senza filtri. Ci sono anche due o tre rigurgiti di troppo: qualcuno avvisi il regista che i rutti hanno smesso di far ridere già negli anni 70.

Finita la doppietta all’Adriano, mi sono diretto di gran carriera verso il Giulio Cesare, a circa 1 chilometro di distanza. Alle 21 c’era in programma uno dei film della Festa del Cinema che più aspettavo: Saturday Night di Jason Reitman, che a Roma era già venuto nel 2007 con il memorabile Juno, che vinse quell’edizione della Festa (la seconda, per l’esattezza). Il film racconta i 90 minuti che hanno preceduto la messa in onda dell’ormai mitologica prima puntata del Saturday Night Live, uno show quasi improvvisato, con un manipolo di talenti ancora sconosciuti, come Andy Kaufman, John Belushi, Dan Aykroyd, Bill Murray e tantissimi altri. Va detto che negli Stati Uniti quell’episodio è conosciuto a menadito da ogni americano degno di questo nome, motivo per cui il film di Reitman è un meraviglioso dietro le quinte in cui pressoché ogni spettatore si presume conosca già sketch e comici, un caleidoscopio di follia, piani sequenza, walk and talk, sarcasmo, ansia, sudore, genio. Insomma, è come spiare da un buco della serratura grande quanto uno schermo. Reitman mostra ciò che ci si aspetta di vedere e a suo modo funziona, nonostante si sappia già che quella sorta di puntata pilota, che venne usata dalla NBC per negoziare termini di contratto migliori con John Carson (ai tempi re del sabato sera a livello nazionale), sarebbe poi diventata lo show comico più celebre al mondo. Da lunedì potrete vedere questo film al cinema, in programmazione per tre soli giorni: approfittatene.

Tra sette ore sarò già fuori di casa, stavolta in direzione Auditorium, per il secondo film da regista di Viggo Mortensen, di cui vi parlerò domani con un resoconto sicuramente più approfondito rispetto a quello di oggi. Non vogliatemene, ma vado a dormire. A domani.


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Comments

5 risposte a “Festa del Cinema di Roma 2024: Thursday Night (Quasi Live)”

  1. Avatar Austin Dove

    nickel boys l’ho visto anch’io, innovativa la scelta del pov perpetuo; certo, in alcuni punti era usato quasi come campo-controcampo…

    una scelta del genere potrebbe renderlo utilissimo nelle scuole e nei musei col visore 3d per mostrare il razzismo in prima persona, basterebbe mostrare alcune scene

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    1. Avatar AlessioT

      Innovativa non del tutto, l’aveva già fatto Van Sant in “Elephant”. Però qui i personaggi sono due e questo sì, è stato innovativo. Vero il discorso sul visore, sarebbe un’esperienza molto suggestiva!

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      1. Avatar Austin Dove

        Ma il tema era la discriminazione?

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      2. Avatar AlessioT

        Ah no no, parlavo solo di tecnica di ripresa 🙂

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      3. Avatar Austin Dove

        Appunto. Io parlavo dell’intera esperienza

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