Il regista di “Donnie Darko” torna con un thriller che, onestamente, non si regge in piedi un istante. Certo, confesso di non essere neanche tra quelli che hanno piazzato il succitato “Donnie Darko” sul piedistallo della storia del cinema: si trattava di un buon film, un tantino sopravvalutato, destinato a diventare un cult movie. Un percorso che “The Box” non rischia nemmeno di sfiorare, visto che fa davvero acqua da tutte le parti. Chiariamo: qui non si parla male di film per il semplice gusto di farlo, accade solo quando una pellicola tenta di prenderci in giro, e questo ne è il caso.
La famiglia Lewis, durante un periodo non proprio felice, riceve un curioso pacco: al suo interno c’è una scatola di legno con un pulsante rosso. Un uomo dal volto sfigurato comunica ai Lewis che se premeranno il pulsante avranno un milione di dollari in contanti, ma nello stesso momento qualcuno che non conoscono morirà. Il pulsante viene premuto sulle parole «è solo una scatola di legno», e i Lewis si troveranno ben presto a dover sopportare le conseguenze del loro gesto.
Certo, se un’offerta del genere fosse credibile il dilemma morale sarebbe terribile e angoscioso, ma è proprio l’idea di partenza a non essere in grado di provocare la tanto celebre “sospensione dell’incredulità”. Questo perché se i Lewis avessero avuto davvero la prova della serietà di questa offerta avrebbero agito in maniera forse differente, ma non è plausibile giudicare il loro gesto se loro per primi non sono certi che qualcuno sarebbe morto. Ma a parte questo, ciò che il film prova a comunicarci è che ogni nostra scelta provoca delle conseguenze, ma la questione sul libero arbitrio è trattata con una superficialità e una svogliatezza tale da risultare fastidiosa. Pollice verso, da ogni punto di vista.
pubblicato su Livecity
L'altro l'ho visto e concordo, questo ancora no. Un saluto da Sar.
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Dunque sto film è proprio un "pacco", ahah!
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Io ho visto l'episodio de "Ai confini della realtà", dal quale è tratto questo film, e seppur non fatto benissimo, mi è piaciuto molto. Tuttavia non sei il primo che stronca, abbastanza categoricamente il film, ma la curiosità mi impone di andarlo a vedere appena esce. Certo che se Kelly non è riuscito a fare un buon lavoro, nemmeno con un soggetto di Richard Matheson probabilmente è vero che con Donnie Darko è stato solo un colpo di fortuna di un regista mediocre…
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Concordo particolarmente sull'ultimo paragrafo. E' in sostanza il vero punto debole del film che irradia poi su tutto il resto della narrazione impedendo allo spettatore di credere davvero a ciò che vede ed esserne quindi coinvolto.
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