David Fincher ha il talento di non fare mai film banali, da “Seven” a “Fight Club”, fino al precedente “Il curioso caso di Benjamin Button”: la sua ultima fatica affronta uno dei più grandi fenomeni degli anni 2000, il social network Facebook, che ha rivoluzionato abitudini e il modo di vivere di migliaia di persone. Fincher racconta la nascita di questo fenomeno, cresciuto tra le mani del suo creatore diventando in fretta qualcosa di impensabile; con la linearità e la bravura che da sempre lo contraddistingue, Fincher è riuscito a delineare l’esplosione di questo fenomeno dal punto di vista di Marc Zuckerberg, l’inventore, ragazzo schivo ma dalle intuizioni geniali.
Dopo un litigio con la sua ragazza, Marc torna a casa e crea un sito per mettere in competizione le ragazze del suo college attraverso un sistema fotografico tratto dagli annali di Harvard. Il sito manda in tilt la rete del college per quantità di visite e i membri di un importante club universitario propongono a Marc di inventare un social network elitario, destinato ai soli studenti di Harvard. La mente di Marc trasforma l’idea di partenza, e lentamente si fa strada l’intuizione di un sito dove ogni contatto può mostrare la sua vita, tramite un sistema ad inviti. The Facebook, questo il nome iniziale del sito, raggiunge in fretta una popolarità senza precedenti, attirando su Marc Zuckerberg le attenzioni di tutta Harvard: mentre piovono querele il social network continua la sua avanzata, conquistando gli Stati Uniti e mese dopo mese, il mondo intero.
Non è facile mostrare un’idea trasformarsi in fenomeno sociale e culturale, ma la storia risulta invece brillante, grazie anche alla bella intuizione di raccontare le vicende attraverso la fase istruttoria dei processi in cui si è ritrovato coinvolto Zuckerberg, accusato di furto intellettuale e di aver truffato il suo migliore amico, nonchè co-fondatore del sito. Non è facile ammetterlo, ma per alcuni l’iscrizione a Facebook rappresenta l’inizio di una vita parallela, una dimensione nella quale una volta entrati risulta ben difficile uscire. E pensare che tutto nacque a causa di un litigio con una ragazza…
pubblicato su Livecity
In effetti ogni film di Fincher ha qualcosa che lo rende interessante. Staremo vedere. Ma Giustino come se la cava?
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timberlake è in parte, fa il suo, insomma, ci sta bene. bel film
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