Recensione “Il discorso del Re” (“The King’s speech”, 2010)

La vita di Giorgio VI, re del Regno Unito, è storicamente la vita di un grande personaggio, coraggioso, vicino al suo popolo, appassionato. La sua vita pubblica, soprattutto il suo attaccamento alla nazione durante la Seconda Guerra Mondiale, richiederebbe forse un film a parte, perché non è su questo che ha voluto concentrarsi Tom Hooper. Il film, vincitore del premio del pubblico all’ultimo Festival di Toronto, racconta i problemi di balbuzie del futuro re e il suo rapporto con un eccentrico logopedista, che lo accompagnerà per tutta la vita dandogli l’opportunità di scoprire la sua voce.

Il balbuziente Bertie, figlio del re, non è in grado di parlare in pubblico, motivo che lo spinge a provare diversi logopedisti per curare il suo problema. Sua moglie lo farà incontrare con Lionel Logue, un esperto australiano, che nonostante i suoi metodi poco ortodossi riuscirà a conquistare la fiducia del paziente, attraverso l’ironia, esercizi estremi e tanta comprensione. Quando suo fratello Edoardo, nel frattempo divenuto re, deciderà di abdicare, sarà proprio Bertie a dover prendere in mano le redini di un Paese alle soglie della guerra, e per farlo dovrà farsi aiutare ancora una volta dal fidato Lionel.

Colin Firth si rivela nuovamente un attore straordinariamente versatile, dopo le recenti esaltanti prove fornite in “A Single Man” di Tom Ford, o “Genova” di Winterbottom. L’attore inglese stavolta riesce ad incarnare perfettamente il principe Bertie, futuro Giorgio VI, in tutti i suoi pregi e difetti. Ma Hooper ottiene il vero salto di qualità grazie alla verve di Geoffrey Rush, ironico, sagace, capace di rendere il suo Lionel Logue un personaggio memorabile. La bravura dei due mette inevitabilmente in secondo piano Helena Bonham Carter, che interpreta la moglie di Bertie. Tom Hooper, dopo l’applaudito “Il maledetto United”, si cimenta nuovamente con una storia vera, riuscendo a cogliere le sfumature di un personaggio non ordinario e il suo rapporto altrettanto speciale con la propria voce.

pubblicato su Livecity

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