Recensione “17 ragazze” (“17 filles”, 2012)

Una storia al femminile diretta da due sorelle, Delphine e Muriel Coulin, capaci di trarre da un vero fatto di cronaca una storia di libertà, emancipazione e sogni. Un desiderio di maternità che si trasforma in atto di protesta, una lotta adolescenziale che lascia pochissimo spazio agli uomini, troppo lontani, troppo irresponsabili, volutamente messi in disparte dalla sceneggiatura (fratelli in guerra, padri assenti) e dalle protagoniste (ragazzi oggetto, utili solo per assecondare i propri fini).

Lorient, una città della Bretagna dove l’immenso oceano è l’unica nota di colore in una quotidianità grigia e un avvenire quasi segnato. In un liceo la bella Camille rimane incinta, e decide di portare avanti la gravidanza circondata dall’affetto delle sue amiche. Quando anche un’altra ragazza dello stesso liceo confessa di essere incinta, parte la folle idea: farsi ingravidare tutte quante, andare a vivere insieme, crescere le loro figlie come sorelle, rinnegando il mondo degli adulti, troppo impegnati a mantenerle e ad educarle per capire pienamente il loro gesto. Nel giro di poche settimane diciassette ragazze dello stesso liceo si ritrovano così con un figlio in grembo e l’energia a tratti distruttiva dell’adolescenza.

Un po’ sessantottine, un po’ suffragette, Camille e le sue amiche marciano fiere verso l’emancipazione personale; una crescita obbligata e obbligatoria, ma in cui le ragazze sono pienamente consapevoli e decise a voler cambiare il loro futuro, nel tentativo di dare una svolta alle loro vite. Le due registe si rendono praticamente invisibili, lasciando totalmente spazio alle loro ragazze, e soprattutto alla bella Louise Grinberg, che con i suoi occhi verdi è capace di piegare il film in un oceano di malinconica freschezza e ingenua fierezza. Un bellissimo racconto di libertà urlate a squarciagola, racchiuse in un test di gravidanza, un’ecografia, o in una promessa di amicizia.

17 ragazze

pubblicato su Livecity

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. icittadiniprimaditutto ha detto:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

    "Mi piace"

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