Recensione “Lo sconosciuto del lago” (“L’inconnu du lac”, 2013)

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Miglior regia nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes: è questo il biglietto da visita di Alain Guiraudie, che arriva in Italia con un film certamente controverso, ma che senza dubbio affascina grazie al suo stile e alla capacità del regista di saper giocare con i meccanismi della tensione, del desiderio, del mistero. Si potrebbe definire un thriller sessuale, dove la natura è una presenza forte tanto quella dei suoi personaggi, e dove la presenza del mondo esterno è limitata al rumore del vento, di aerei di passaggio, dell’acqua del lago. L’emozione dell’amore e delle sue macchinose ossessioni alternate alla nuda crudezza del sesso, reiterata e continua, a sottolineare continuamente il contrasto tra il desiderio e la paura di esso.

La riva di un lago, durante le ferie estive, è il punto d’incontro per gay in cerca di sesso occasionale. Tra gli habitué del lago ci sono il giovane Franck, il depresso Henri e il misterioso Michel, l’uomo più ambito della comunità. Franck fa amicizia con Henri ma ben presto si innamora di Michel, pur sapendo che si tratta di un assassino. Franck si lascia comunque andare alla passione, spaventato dal pericolo ma deciso a vivere le sue emozioni fino in fondo.

Senza le scene di sesso esplicito il film potrebbe quasi essere un cortometraggio, ma è anche vero che senza quelle scene non sarebbe stato lo stesso film. Quello di Guiraudie è un cinema essenziale, nudo come lo sono fisicamente i suoi personaggi. Ogni sequenza inizia con un’inquadratura sul parcheggio, e ognuna di esse rappresenta l’inizio di una giornata. Il regista gioca sul filo della tensione, provoca e in qualche modo va alla ricerca di uno shock visivo ed emotivo nello spettatore, fino a giungere ad un finale vitale, spaventoso e al tempo stesso struggente. In un’ora e mezza e con pochissimi dialoghi riesce a caratterizzare i suoi personaggi, perfino il curioso ispettore di polizia o il guardone che si masturba (l’elemento comico del film, contrappeso ideale del lato drammatico). Un thriller senza dubbio originale per il tema e per la messa in scena, probabilmente caricato di sesso in maniera piuttosto esagerata, ma senza dubbio una pellicola che non lascia indifferenti.

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