Presentata questa mattina la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, forse l’ultima dell’era Muller (il suo contratto, in scadenza a fine anno, è ancora da rinnovare). Un ritorno alle origini per la manifestazione che, nonostante mantenga nel nome la dicitura Festival, si ripropone come la Festa del Cinema di veltroniana memoria. La novità più interessante è senza dubbio l’abolizione di una giuria composta da addetti ai lavori: ad assegnare i premi quest’anno sarà il pubblico attraverso uno speciale sistema di voto telematico (tramite le postazioni site all’Auditorium o l’app per smartphone), grazie ad un codice presente su ogni biglietto. Quindi niente più premi ai migliori attori, alla sceneggiatura, alla regia e al contributo tecnico: il pubblico assegnerà soltanto il premio per il miglior film di ogni categoria. Andiamo a vedere nello specifico cosa succederà in questa nona edizione, che si svolgerà all’Auditorium dal 16 al 25 ottobre.
Cinema d’oggi: Il concorso del Festival prevede 16 film, più tre fuori concorso. Quest’anno mancano titoli del calibro di “Her” e “Dallas Buyers Club”, ma ci si può consolare con una serie di autori interessanti: ad esempio gli italiani Scimeca, Noce e Piva (rispettivamente con “Biagio”, “La foresta di ghiaccio” e “I milionari”), gli argentini Ortega e Rosselli (“Lulu” e “Mauro”), il film cinese “Shier Gongmin” (remake del capolavoro “La parola ai giurati”) e l’unico statunitense in concorso, ovvero “Time out of mind” di Oren Moverman (con Richard Gere e Steve Buscemi).
Gala: Nella categoria gala una serie di film fuori da ogni concorso, la maggiorparte dei quali presentati in anteprima al Festival. I titoli più interessanti sono senza dubbio “Black and White” con Kevin Costner, “Buoni a nulla” di Gianni Di Gregorio, “Eden” della bravissima Mia Hansen-Love, “Gone Girl” di David Fincher (tra i film più attesi dell’intero Festival), “As the Gods will” dell’habitué Takashi Miike, il film d’animazione “Kahlil Gibran’s The Prophet”, “Still Alice” con Julianne Moore, “Trash” di Stephen Daldry (scritto da Richard Curtis) e “Tre tocchi” di Marco Risi.
Mondo Genere: La nuova sezione del Festival propone soltanto film di genere, come intuibile dal nome. I titoli più interessanti dei sette proposti sono senza dubbio “Nightcrawler” con Jake Gyllenhaal, “La prochaine fois je viserai le coeur” con Guillaume Canet, “Stonehearst Asylum” di Brad Anderson e l’attesissimo “Tusk” di Kevin Smith.
Prospettive Italia: Uno sguardo sul nuovo cinema italiano, tra film di finzione e documentari. Molta curiosità per il nuovo film di Roan Johnson, “Fino a qui tutto bene”.
Eventi: Arriva a Roma l’ultima grande interpretazione di Philip Seymour Hoffman, insieme a Willem Dafoe, Daniel Bruhl, Robin Wright e Rachel McAdams in “A most wanted man”. Sembra imperdibile anche l’ultima fatica del coreano Park Chan-Wook, “A rose reborn”.
Incontri: Punto forte di ogni edizione del Festival, anche quest’anno le Masterclass e gli incontri presentano un menu di tutto rispetto: Brad Anderson, Park Chan-Wook, Geraldine Chaplin, Kevin Costner, Takashi Miike, Clive Owen, Walter Salles, Wim Wenders e la consegna del Maverick Award all’indimenticabile Tomas Milian.
Retrospettive: Il focus di questa edizione è sul cinema gotico italiano, che presenta una selezione che farebbe venire l’acquolina in bocca a Quentin Tarantino e Eli Roth. Nel programma, inclusivo di un incontro con Joe Dante, troviamo una lunga scelta di film degli anni 60: da Antonio Margheriti a Riccardo Freda, da Giorgio Ferroni a Damiano Damiani, da Federico Fellini a Camillo Mastrocinque, fino ad una retrospettiva incentrata sul cinema di Mario Bava.
Alice nella Città: La categoria indipendente del Festival anche quest’anno presenta un programma decisamente interessante, con “Doraemon”, l’atteso “Guardiani della galassia” e il nuovo film di Jean-Pierre Jeunet, “Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet”.