Ancora una decina di giorni prima dell’inizio della tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma (18-28 ottobre). Ricordo ancora il primo giorno della prima edizione, in quell’ormai lontano 2006 quando la sbornia per il mondiale vinto cominciava finalmente a scemare e quel piccolo me di dodici anni fa cominciava un corso di laurea magistrale che avrebbe cambiato la sua esistenza. Ora, nel 2018, l’Italia non è andata al Mondiale e invece di macchine volanti e skateboard senza ruote abbiamo una classe politica inadeguata e tanta monnezza per le strade. Il cinema e l’arte però, magari, ci salveranno dalle fake news e dalle raggelanti notizie quotidiane. Forse.
L’apertura del Festival tocca al promettente “7 Sconosciuti a El Royale”, film di Drew Goddard in cui sette individui (tra cui Jeff Bridges), ognuno con un passato e un segreto da proteggere, si ritrovano in un hotel fatiscente al confine tra Nevada e California. Altro film statunitense è “American Animals” di Bart Layton, in cui un gruppo di studenti universitari progetta un colpo nella biblioteca della facoltà (che contiene un libro rarissimo) per svoltare le proprie vite.
Il belga Felix Van Groeningen, già regista del bellissimo “Alabama Monroe” (e del molto meno bello “Belgica”), presenta a Roma il suo primo film americano, “Beautiful Boy”, con Timothée Chalamet nei panni di un ragazzo modello invischiato nella dipendenza da metanfetamina. Dal Brasile invece arriva “Correndo Atràs”, storia di un uomo senza un lavoro vero e proprio che decide di diventare agente calcistico, cercando di lanciare la carriera di un giovane calciatore dal talento cristallino. Tra i film più attesi dal sottoscritto, il nuovo documentario di Michael Moore (che sarà presente a Roma in carne, ossa e cappellino), “Fahrenheit 11/9”, data dell’elezione di Trump, la cui amministrazione è ovviamente al centro della storia. Per quel che mi riguarda, uno dei titoli imperdibili sarà “Green Book”, un road movie con Viggo Mortensen che fa l’autista al pianista di successo Mahershala Ali in un tour attraverso gli States. Per i fan dell’horror c’è il nuovo episodio di “Halloween”, con la povera Jamie Lee Curtis ancora una volta alle prese con la furia di Michael Myers, quarant’anni dopo il capolavoro di John Carpenter. Eli Roth torna alla Festa del Cinema con un film strambo e curioso: “Il mistero della casa del tempo”, con Jack Black, Cate Blanchett e Kyle Maclachlan (!), maghi e stregoni alle prese con il segreto di una strana dimora.
Barry Jankins, già a Roma con “Moonlight”, torna nuovamente alla Festa con il suo ultimo film, “Se la strada potesse parlare”, che si prospetta un altro polpettone di dramma e retorica, ma magari mi sbaglio (e lo spero vivamente). Personalmente trovo interessante, a scatola chiusa, “An Impossibly Small Object”, coproduzione tra Taiwan, Paesi Bassi e Croazia, storia di un fotografo perso nella nostalgia dei pensieri a causa di un’immagine da lui scattata ad una bambina durante un viaggio in Asia.
Per non tediarvi con una lunga lista di titoli, aggiungo semplicemente, tra quelli che spiccano maggiormente, il nuovo film di Thomas Vinterberg (“Kursk”); i primi due episodi della serie di Park Chan-Wook “The Little Drummer Girl”; l’ultimo film da attore di Robert Redford, “The Old Man & The Gun”, con in più Casey Affleck, Danny Glover, Tom Waits e Sissy Spacek; “A private war”, biopic con Rosemund Pike nei panni della reporter di guerra Marie Colvin; “Stanlio e Ollio” con John C. Reilly e Steve Coogan, il documentario di Peter Jackson “They Shall Not Grow Old”, l’interessantissimo “Dead in a week: or your money back” con Tom Wilkinson e infine, last but not the least, il premio della giuria all’ultimo Sundance Festival: “La diseducazione di Cameron Post”. A chiudere la Festa, fuori concorso, le “Notti Magiche” di Paolo Virzì.
Brevemente, un accenno anche ad “Alice nella città”, categoria indipendente del Festival dedicata ai ragazzi: tra i titoli più interessanti l’italiano “Go Home” (dove un gruppo di zombi assedia un centro d’accoglienza dove si è rifugiato un ragazzo di estrema destra), “Ben is Back” con Julia Roberts, “A Kid Like Jake” con Jim Parsons e “Hot Summer Nights”, altro film con Timothée Chalamet. Ma i film più belli alla fine sono sempre quelli che non ti aspetti…
Tanti altri titoli da scoprire, incontri (MARTIN SCORSESE!!! Sigourney Weaver! Cate Blanchett! Isabelle Huppert! Giuseppe Tornatore!), retrospettive (una su Peter Sellers), film restaurati e poi mostre, stand e tanto tempo da passare insieme a parlare di film e cinema, dieci giorni lontani dal mondo, dalla quotidianità, immersi in una dimensione astratta e al tempo stesso concreta. Anche quest’anno, ci vediamo all’Auditorium.