Tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma e anche tredicesima volta che mi trovo qui all’Auditorium a raccontarvi l’evento. Tante cose sono cambiate da quell’ormai lontana prima edizione: ci sono meno soldi, sono cambiati quattro sindaci e l’Italia non solo non è più campione del mondo, ma quest’anno al mondiale non è neanche andata. Al di là di ciò che può esser cambiato in dodici anni (Totti non gioca più!), in chi scrive, in chi legge e nella manifestazione in sé, anche stavolta sono qui, probabilmente perché non potrei essere altrove, anche se talvolta mi domando il motivo che mi spinge ad alzarmi alle 7 tutte le mattine per andare a Roma Nord a guardare film, mangiando male e dormendo peggio. Sarà la passione, sarà la tradizione, sarà che mi sono riempito di lavoro a settembre e ottobre proprio per avere il tempo di partecipare anche a questa Festa del Cinema. Già che ci siamo, balliamo.
L’apertura della Festa quest’anno è riservata al film “7 Sconosciuti a El Royale” di Drew Goddard: ve lo dico subito, film bocciato. Goddard gioca a fare Quentin Tarantino, senza averne né il talento né tanto meno le idee: il risultato è un pasticcio senza capo né coda, senza ironia, senza un vero e proprio dramma, senza pressoché alcun tipo di pathos o di interesse. Lo stesso Jeff Bridges, uno dei protagonisti, è apparso in imbarazzo davanti a un film così fumoso. Si salva soltanto la colonna sonora, che è qualcosa di magnifico (dai Deep Purple al meglio della musica motown). Insomma non è un buon inizio, ma per niente proprio. Lo stesso regista ha poi ammesso in conferenza stampa che “non è facile sfuggire all’influenza di Quentin”. Ad ogni modo il film ha avuto anche parecchi applausi e molti commenti positivi, quindi la mia bocciatura vale solo a livello personale (e non poteva essere altrimenti).
Tutto ciò accadeva in mattinata, in un primo giorno avaro di emozioni, dove le domande principali sono: che polemica ci sarà oggi? Chi verrà a protestare sul tappeto rosso? La sensazione però è che la Festa del Cinema abbia perso così tanto appeal da non provocare neanche proteste o manifestazioni come in passato (non ha più la visibilità di una volta, forse). In attesa di una proiezione alle 16 mi sono addentrato nella bellissima mostra fotografica (gratuita per tutti) “Three Minutes”, con una serie di ritratti di star del cinema realizzati dal bravissimo Riccardo Ghilardi. Alcune immagini sono davvero sensazionali e restituiscono pienamente la personalità dell’attore ritratto o dell’attrice ritratta. Da non perdere.
Alle 16 a Casa Alice si è svolta la proiezione di “Go Home – A casa loro” di Luna Gualano. L’idea di base è strepitosa: un gruppo di estremisti di destra sta protestando contro l’apertura di un centro d’accoglienza per immigrati. Improvvisamente, senza capire davvero il motivo, i manifestanti si trasformano in zombi, saltando addosso ai presenti nel tentativo di cibarsi. Un fascistello non può far altro che rifugiarsi, sotto mentite spoglie, all’interno del centro d’accoglienza, dove troverà la solidarietà e l’amicizia di un gruppo di immigrati. Tutti assediati dagli zombi, si dovrà convivere nel tentativo di trovare un modo di uscire. L’idea di base, dicevo, è strepitosa, attuale, originale: la messa in scena però è un po’ sciatta, poteva raccontare ogni cosa in maniera molto più precisa, poteva concentrarsi di più sull’accoglienza, sulle storie di questi personaggi, sul tentativo di cambiamento del protagonista: in realtà lascia tutto a galleggiare sulla superficie e quel che ne esce fuori è una bella occasione persa. Il tentativo comunque è da apprezzare.
Domani è il primo giorno pieno, ci aspetta il ritorno di Michael Myers in “Halloween”, c’è Cate Blanchett che incontra il pubblico, c’è il nuovo film di Eli Roth e molto altro. La sveglia è alle 7, la guardo con timore e deferenza, sentendomi immediatamente in colpa per tutte le manfrine che faccio per qualcosa che ho scelto io (in fondo mi alzo presto per andare a vedere film, c’è chi lo fa tutti i giorni per svolgere attività molto meno piacevoli). Quindi tu, mattiniero che leggi queste righe e mi stai mandando a quel paese, sì, dico a te: ti chiedo scusa, cercherò di non lamentarmi più. A domani.
Cavoli, mi aspettavo molto dal film di Goddard… se pure Jeff Bridges non riesce ad essere in palla si mette male!
Buona festa del cinema! nonostante la sveglia alle 7 ti invidio, anche se tra un mesetto toccherà a me col Tff
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In realtà il film ha diviso molto, quindi non disperare, magari tu farai parte della metà di chi lo ha amato 🙂 Jeff Bridges è sempre un grande, non ti preoccupare! Bellissimo il TFF, mi piacerebbe tanto andarci prima o poi
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