La seconda giornata di proiezioni si è aperta con il terrore: no, non sto parlando di “Halloween”, ma del traffico di Lungotevere alle 8 del mattino di un giorno feriale. Avrei voluto farmi largo a colpi di clacson, urlando “mi aspetta Michael Myers!”, ma a Roma certe cose è meglio non farle, capace che poi qualcuno ti risponde “magari!”.
Dopo 56 minuti di macchina per fare 10 km, ovvero la distanza Garbatella-Auditorium, sono comunque riuscito ad arrivare in tempo per la proiezione di “Halloween”, come vi dicevo. Il film ha qualche guizzo, il personaggio di Michael Myers ha talmente fascino e magnetismo che funzionerebbe pure in un cinepanettone, inoltre la nonnetta Jamie Lee Curtis ha in serbo le stesse espressioni del film originale, con un po’ più di incazzatura in corpo. Insomma, anche 40 anni dopo, l’uomo nero che uccide le baby-sitter continua a far paura. Oddio, niente di indimenticabile ovviamente, ma almeno è riuscito a non farmi addormentare, e con questi chiari di luna è già una vittoria.
“Il Mistero della Casa del Tempo”, ultima fatica di Eli Roth con Jack Black e Cate Blanchett (e Kyle MacLachlan!) sarebbe stato un film bellissimo se avessi avuto 13 anni. Purtroppo però ne ho appena fatti 37, cosa che curiosamente ha influito un po’ tanto sul giudizio finale. Da Eli Roth ti aspetti sempre un po’ di sangue e violenza e invece si è dato al genere “Hocus Pocus” così, senza neanche avvisare. Non è carino (al contrario del film che invece carino lo è, ma carino è anche un gatto davanti alla ciotola del latte o uno che fa attraversare le vecchiette: non significa che sia pure bello da vedere su uno schermo).
Nel pomeriggio la situazione si è un po’ ravvivata, tra i giovani in attesa di Cate Blanchett (che ha dato buca al primo dei due red carpet previsti, presentandosi sul tappeto rosso soltanto prima della proiezione al pubblico del film di Eli Roth) e la proiezione di “Lolita” di Kubrick (all’interno della retrospettiva dedicata a Peter Sellers): probabilmente la cosa più bella che si poteva trovare oggi, al vecchio Stanley piace vincere facile.
Domani il programma si fa finalmente interessante: c’è il vincitore del premio della giuria al Sundance (confido gran parte delle mie speranze in questo film, per favore non datemi fregature!), c’è l’ultimo (anzi, l’Ultimo) film di Robert Redford e il nuovo documentario di Michael Moore, che domani incontrerà il pubblico della Festa. Ah, c’è anche Roma-Spal, ma questo è un altro discorso (e la tradizione della Roma durante i giorni della Festa non è proprio eccellente, tra grappoli di gol presi dal Bayern, pareggi con il Sassuolo e derby persi per colpa di Piris e Goichoechea). Ad ogni modo domani arriva il mio giorno preferito di questo Festival, sia per la programmazione che per il semplice fatto che è sabato e posso andare in macchina attraverso una Roma deserta e magnifica. Mi aspetto tre film importanti, speriamo bene, perché c’è decisamente bisogno di un’impennata e di un’iniezione di entusiasmo. Se poi dovesse segnare anche Dzeko, la giornata potrebbe rivelarsi perfetta…