Capitolo 258

Oggi vi sto scrivendo da un pullman che mi sta riportando a Roma dopo alcuni giorni di lavoro nelle Marche. Il gioco della settimana è stato quello di trovare scorci in pieno stile Twin Peaks tra i monti marchigiani e devo dire di essermi immedesimato piuttosto bene, tra ceppi di legno, alberi a perdita d’occhio e paesini in cui tutti si conoscono. Ma parliamo di film, in attesa di recuperare le ultime due pellicole candidate agli Oscar, ci sono state diverse visioni piuttosto interessanti.

La Favorita (2018): Non c’è cosa più divina che umiliare tua cugina. Scherzi a parte, a me Lanthimos piace tipo da morire. Questo è il suo terzo film che vedo e anche stavolta mi ha letteralmente catturato e tenuto stretto per tutto il tempo. Il trio di attrici poi è clamoroso: Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz sono fenomenali (non a caso sono state tutte nominate per i prossimi Oscar). Filmone.

Baby Driver (2017): Tre cose buone: la colonna sonora; la giacca del protagonista che ricorda il gilet di Han Solo; Jon Hamm che sembra troppo Buffon e ogni volta che lo inquadravano mi veniva da ridere. Cose non buone: quasi tutto il resto. Avevo sentito parlar bene di questo nuovo lavoro di Edward Wright (che di solito fa buonissime cose), il problema è che, colonna sonora a parte, il film è una collezione di cliché cinematografici, con alcune scene che ti fanno proprio pensare “ma dai, ma che cazzata!”.

Suburbia (1996): Seppur meno ispirato di “Before Sunrise” e meno divertente di “Dazed and Confused”, è puro Richard Linklater anni 90. Fannulloni di provincia, delusi e disillusi, che vivono alla giornata in una gabbia psicologica che la società ha costruito per loro. Classico film che ti fa venir voglia di fare cinema. Bello!

Scanners (1981): Non avevo mai visto questo cult di David Cronenberg e, pur essendo invecchiato non proprio alla grande, ha comunque un ritmo eccellente e un’idea interessantissima alla base. Michael Ironside mi è sempre piaciuto un sacco (soprattutto nei vecchi “Visitors”).

Il mio capolavoro (2018): Ogni volta che esce un film di Duprat già so che sarà bellissimo, questo ormai è il suo quarto film che vedo ed è davvero uno più bello dell’altro. L’ironia e la malinconia argentina fanno da sottofondo ad un lavoro scritto benissimo e interpretato alla grande. Da vedere.

Creed II (2018): Ci sono quattro considerazioni da fare. 1) Sembra quasi la copia-carbone di “Rocky 4”, però con una colonna sonora bruttissima. 2) Ogni scena è prevedibile ma alla fine, non so come sia possibile, ci si emoziona lo stesso. 3) L’alone di leggenda intorno all’universo di Rocky è quasi unico, mi fa impazzire. 4) Di attori con il carisma di Stallone non se ne vedono più, anche alla sua età riesce a rubare la scena addirittura ad un bravissimo attore come Michael B. Jordan. Bello anche il ritratto della famiglia Drago, stavolta più umani che mai. Gran film.

Lost in translation (2003): Amo davvero moltissimo questo film. I suoi silenzi, le sue solitudini, il suo ritmo compassato, gli sguardi dei suoi personaggi, le luci, l’affetto, la sensibilità. Bill Murray e Scarlett Johansson sono meravigliosi in quello che probabilmente è il film più bello di Sofia Coppola. Che voglia di andare in Giappone!

La casa di Jack (2018): Von Trier o si ama o si odia, non ci sono mezze misure: è un genio o un pazzo? In questo nuovo film la lancetta schizza un po’ di più verso il secondo termine, ad ogni modo “La casa di Jack” è talmente ipnotico e affascinante che non riesci più a staccarti. Matt Dillon grandioso, ricorda un po’ Bruce Campbell, con quel mascellone e quello sguardo da pazzo.

SERIE TV: Allora, qui ci sono parecchie cose da raccontare e cercherò di essere breve. Innanzitutto ho finito La favolosa Signora Maisel e, come ho già detto nella recensione, è una serie pressoché perfetta, l’ho amata moltissimo. Ho cominciato Mozart in the Jungle e mi sta divertendo, anche se non è proprio appassionante, ma si guarda con piacere. Di tanto in tanto mi guardo una puntata di Senfield e mi domando come abbia fatto a perdermelo negli anni 90, quando lo passavano in tv: è una sitcom scritta benissimo, mi fa ridere molto e me la sto proprio godendo. Per concludere, ho cominciato per curiosità la nuova serie Netflix, tratta da George R.R. Martin: Nightflyers. Dopo 3 puntate ha anche un suo perché, il problema è che gli attori sono proprio cani, cani, cani e questa cosa ti fa abbassare totalmente il livello di interesse. Peccato.

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