
Winter is coming. Ma non così in fretta, anche se questo antipasto a base di pioggia torrenziale è un’ottima scusa per restare al caldo e all’asciutto per vedere e rivedere film. Riprendiamo le sani abitudini, che non fanno mai male. In questo capitolo quasi 6 film (vi spiegherò perché quasi) e il rewatch di una trilogia che porto nel cuore, nello stomaco, nella testa e in molte altre parti del corpo (no, quelle no). Spoilerone: ho finito Friends. Leggere per credere.
Parasite (2019): Tra ironia e dramma famigliare, con incursioni nel thriller psicologico, il film di Bong non sbaglia mai e centra sempre il punto rendendo credibile ogni cambio di marcia, ogni registro utilizzato. Uno dei migliori film dell’anno. E poi c’è “In ginocchio da te” di Gianni Morandi, figuratevi se potete perdervela.
Blaze (2018): Ethan Hawke scrive e dirige un biopic tenero e amaro al tempo stesso, inzuppato di malinconia, confermandosi un autore sensibile e versatile. Un film bellissimo che odora di foglie secche e legno, che fa venire voglia di un camino e di una chitarra acustica pronta a raccontare nuove storie (c’è da dire che sono decisamente entrato in fase Hawke: sto leggendo un suo romanzo, ho visto questo film che ha diretto e ho rivisto la trilogia di Linklater in cui è protagonista. Nella prossima vita voglio rinascere Ethan Hawke).
Il Re (2019): Ottimo film, girato benissimo, con attori bravissimi e una fotografia strabiliante. Shakespeare e la Storia fanno il resto. Ho sempre avuto un debole per la storia inglese (è sicuramente colpa di “Braveheart”) e qui c’è sicuramente pane per i miei denti. Da vedere (è su Netflix).
L’uomo senza gravità (2019): Non sono riuscito a finire di vederlo, dopo mezzora il cinefilo che vive dentro me stava chiedendo pietà. Elio Germano pochi anni fa vinceva la Palma a Cannes, come ha fatto a finire qua? Mi dicono che la seconda parte del film è molto bella, ma non riesco davvero a crederci.
Midnight in Paris (2011): Amo moltissimo questo film, di cui ho anche il poster appeso in salotto. Dovete sapere che ai tempi in cui è uscito ho ricevuto decine (giuro!) di messaggi dalla Francia o dall’Italia che dicevano più o meno così: “Woody Allen ha fatto un film su di te!”. Il Gil di Owen Wilson infatti somiglia tantissimo al me parigino del 2010. Una sera avevo voglia di Parigi e ho rivisto questo film. Sempre splendido.
The Founder (2016): Il film racconta la nascita dell’impero McDonald’s dal punto di vista di Michael Keaton, che interpreta l’uomo che ha preso l’idea di fast food da una coppia di fratelli bonaccioni, cioè i fratelli McDonald, e dopo esser diventato loro socio, con una serie di operazioni finanziarie riesce a costruire l’impero che conosciamo tutti: “Abbiamo fatto entrare il lupo nel pollaio”, dicono i fratelli. La morale è che quando si tratta di cibo o di soldi, non bisogna mai fidarsi, figuratevi quando si tratta di cibo e soldi. Interessante.
Trilogia dei Before (1995-2013): Amo il cinema di Linklater e ancor di più amo la sua trilogia interpretata da Ethan Hawke e Julie Delpy: trovo curioso che, in base all’età in cui si vedono i film, cambi il livello di emozione di ogni pellicola. Quindici anni fa impazzivo per il primo film, romantico, trasognato, poi anni dopo ho apprezzato davvero il secondo, non solo per Parigi ovviamente, ma per un livello di maturità che pensavo di aver raggiunto anche io. Il terzo film, che rivedevo per la prima volta dalla sua uscita, ora che sono in una relazione da tanti anni l’ho davvero amato moltissimo, sa raccontare la vita di coppia meglio di qualunque altra pellicola ed è probabilmente il più sottovalutato dei tre. Chissà se ce ne sarà un altro, noi tutti ci meritiamo un altro capitolo della vita di Jesse e Celine.
Serie Tv: In queste due settimane ho finito di vedere When They See Us, ottima miniserie su Netflix che non solo è ben costruita, ma coinvolge così tanto che ti viene voglia di spaccare il televisore. Consigliata. Ma soprattutto, rullo di tamburi, ho finalmente terminato di vedere Friends, che come vi dicevo nei capitoli precedenti ho visto soltanto ora per la prima volta in vita mia: finalmente sono pronto a rivedere i miei compagni di liceo e a partecipare alle loro conversazioni. Per concludere oggi ho cominciato l’ultima stagione di Bojack Horseman, che troverà il suo culmine a gennaio, con la seconda parte.
