
Sono rientrato in città già da due settimane, più o meno pronto per la nuova stagione, che formalmente faccio cominciare dal 1 settembre, ma che nella testa si azzera nel momento in cui ogni anno rimetto piede a Roma. Questo mese c’è davvero del bel materiale di cui parlare, tra filmoni del passato, classici intramontabili e ovviamente il nuovo film di Nolan, simbolo della ripartenza della stagione cinematografica, buono giusto per riempire i cinema, perché come film in sé lascia alquanto a desiderare. Ma ne parleremo tra poco. Buona stagione 2020/2021 e speriamo di uscire presto dagli strascichi sfiancanti della stagione appena conclusa…
Marty, vita di un timido (1955): Tanti anni fa, quando leggevo Dylan Dog, c’era un albo liberamente ispirato a questo film (il 244, “Marty”, appunto). È da allora che volevo vedere il film di Delbert Mann, vincitore della Palma d’Oro a Cannes e dell’Oscar come Miglior Film: con queste premesse avevo aspettative davvero molto alte, motivo per cui il film mi è sì piaciuto moltissimo, ma speravo in un capolavoro totale che invece, secondo me. non è. Ernest Borgnine è un macellaio italo-americano amato e benvoluto da tutti, ma rassegnato ad essere scapolo e con tra l’altro la madre a carico, estremamente preoccupata per il suo stato civile. Spinto da amici e parenti Marty va a passare il sabato sera in un noto locale della città, dove effettivamente incontra una persona che potrebbe cambiargli la vita… Molto bello, ma 8 nomination e 4 oscar vinti sono un po’ eccessivi.
Il Grande Lebowski (1998): Ci sono alcune sere, specialmente in estate, quando non c’è un filo d’aria e hai semplicemente voglia di essere da un’altra parte, in cui si ha bisogno che il cinema ti faccia sentire a casa. E allora cosa c’è di meglio che vedere per la cinquantesima volta qualcosa che ti fa ridere, che conosci a memoria, che senti particolarmente tuo? Non penso che il Drugo Lebowski abbia bisogno di presentazioni o di commenti ulteriori, posso solo dire che sono pochi i film di cui non ci si stanca mai, e “Il grande Lebowski” è senza dubbio uno di questi.
Una giornata particolare (1977): È sempre una bella sensazione quando ti rendi conto di aver colmato una lacuna enorme. Ettore Scola dirige Sophia Loren e Marcello Mastroianni in un perfetto dramma a sfondo storico, in cui due vicini di casa si ritrovano soli in un enorme condominio nel giorno in cui Hitler è in visita a Roma. Lui omosessuale e antifascista, lei madre di sei figli e fascista convinta, trovano un punto d’incontro nelle loro solitudini. Una curiosità: uno dei figli della Loren è Vittorio Guerrieri, storico doppiatore di Ben Stiller, alla sua prima e unica esperienza come attore. Due nomination agli Oscar come Miglior Film Straniero e Miglior Attore: un capolavoro.
My name is Tanino (2002): Paolo Virzì dirige una divertente commedia tra Sicilia e Stati Uniti, che ha il merito di aver lanciato sullo schermo la splendida Rachel McAdams. L’ingenuo Tanino ha un’avventura estiva con una splendida ragazza americana: con la scusa di restituirle una telecamera da lei dimenticata (e soprattutto per evitare il servizio militare), Tanino raggiunge Sally negli Stati Uniti, dove vivrà una serie di avventure assurde, uscendone sempre bene grazie alla sua ingenua innocenza. Corrado Fortuna non sarà un grande attore, ma il suo Tanino è fantastico. Film non proprio indimenticabile ma comunque molto carino.
Carrie – Lo sguardo di Satana (1976): Primo racconto di Stephen King ad essere adottato per il cinema, Carrie rappresenta anche il primo grandissimo successo di Brian De Palma, destinato a diventare uno dei registi più importanti della sua generazione (nonché uno dei miei preferiti in assoluto). La storia è praticamente il sogno di qualunque studente bullizzato: Sissy Spacek è una ragazza timida, all’ultimo anno di liceo, costantemente relegata in casa da una madre pazza, fervente cattolica timorata di Dio. La ragazza viene invitata al ballo di fine anno dove i compagni di classe tenteranno di umiliarla: pessima idea. Un classico del genere, un film stupendo nonostante un finale secondo me un po’ troppo rapido: personalmente avrei gradito una sequenza meno affrettata e più lunga, ma in fondo chi sono io per dire a De Palma come deve girare un film?
Tenet (2020): Cosa si potrebbe dire del nuovo film di Nolan che non è stato già detto negli ultimi giorni? Come ho già scritto nella recensione, l’idea di base è molto attraente, ma se al film togli questa idea non resta davvero niente se non una spy story trita e ritrita, con personaggi imbarazza(n)ti, per cui non provi il minimo coinvolgimento. Lo definirei una delusione, se solo avessi avuto aspettative per un film diverso da quello che è: una supercazzola utile solo a riempire i cinema (almeno questo!). A mai più rivederci.
SERIE TV: Sto in un momento di grave disinteresse nei confronti di qualunque cosa che non sia un film. Nell’ultima parte del mio periodo estivo mi sono guardato The Last Dance, più per “acclamazione” da parte di tutto il circondario cinefilo che per reale interesse: il suo pregio maggiore è che mai mi ha fatto sentire il bisogno di interromperlo (e di questi tempi è un grande merito), per il resto devo dire che si tratta di un prodotto molto ben realizzato, che però non mi ha fatto strappare i capelli come, a quanto pare, quasi tutte le persone che me lo avevano consigliato. Però c’erano tante cose, da un punto di vista di cultura sportiva, che non conoscevo e che sono stato contento di apprendere, lo stesso Jordan è un personaggio che durante l’adolescenza non mi ero mai filato particolarmente mentre invece è stato interessante approfondire la sua storia. Mi è piaciuta in particolare la frase, detta da non ricordo più chi, secondo cui “Michael Jordan sapeva che ad ogni partita c’era tra il pubblico qualcuno che non lo aveva mai visto giocare e per questo ogni volta dava tutto” (riporto a memoria, la frase era ben diversa, ma il senso non cambia). Per quanto riguarda gli altri titoli nei giorni scorsi ho visto il primo episodio di Little Fires Everywhere e West Wing, entrambi molto allettanti (specie il secondo), ma che al momento non ho proprio voglia di approfondire. Tra una settimanella però arriva “Fargo” su Prime Video e sono sicuro che sarà l’occasione buona per fare la pace con le serie tv.

Concordo su The Big Lebowski, non mi stanca mai neanche a me! Anche Carrie posso rivederlo all’infinito, a dir la verità…
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Grande Grande Lebowski! Bellissimo poi Una Giornata Particolare, anche se non sono una grande fan della Loren in quel film secondo me ha fatto molto bene, mentre Mastroianni, in un ruolo molto delicato, semplicemente non sbaglia un colpo.
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